PP1 e Boschetti, accampamenti tra i rifiuti vicino a Giotto

PP1 e Boschetti, accampamenti tra i rifiuti vicino a Giotto
IL REPORTAGEPADOVA I cantieri avviati in passato, e poi stoppati dalla crisi economica, hanno lasciato il posto a un non luogo. Fatto di bivacchi, accampamenti e dormitori per i...

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IL REPORTAGE
PADOVA I cantieri avviati in passato, e poi stoppati dalla crisi economica, hanno lasciato il posto a un non luogo. Fatto di bivacchi, accampamenti e dormitori per i senza fissa dimora che hanno trasformato un'area a due passi dal centro in una delle zone degradate di Padova. Il sito che comprende Piazzale Boschetti e il PP1, infatti, è uno dei più problematici della città. Ripulito un'infinità di volte dagli interventi delle forze dell'ordine e dagli operatori di Aps, torna sistematicamente a essere il punto di ritrovo dove trascorrono la notte spacciatori, clandestini, tossicodipendenti, delinquenti e soggetti border line.

I BIVACCHI
Anche in questi giorni le tracce delle dimore improvvisate sono ben visibili. Per esempio, giusto a poche decine di metri dal gioiello degli Scrovegni che richiama migliaia di visitatori, proprio sotto alle vetrate, o per meglio dire a quello che rimane delle vecchie lastre colorate che caratterizzavano i balconi della palazzine Liberty di via Trieste, c'è un anfratto trasformato dai senzatetto in un posto dove trascorrere la notte, riparato dal freddo e dagli sguardi indiscreti, complice anche la palizzata del cantiere che fa da parete chi va a dormire là, all'aperto, in mezzo a sporcizia, cartoni, rifiuti, trapunte lerce, vestiti di tutti i tipi probabilmente recuperati dai contenitori della Caritas, resti di cibo ed escrementi. Un habitat perfetto per chi vuole nascondersi nelle ore notturne, ma in quelle diurne ideale invece per i topi che girano indisturbati. E se nell'ex terminal delle corriere c'è questa situazione, non va di certo meglio dall'altra parte della strada, cioè nell'area del PP1, dove addirittura qualcuno ha montato una struttura simile alle tende da campeggio, a forma di casetta, coperta con teli neri: all'interno, su due metri per tre, pure qui giacigli di fortuna in mezzo all'immondizia, celati dalla palizzata del cantiere che delimita il confine con via Trieste, ma ben visibili dalle finestre degli uffici di Piazzetta Salvemini. Proprio quest'ultima è stata teatro di due tragici episodi: il più recente, nel novembre scorso, quando uno spacciatore algerino, pluripregiudicato, che vendeva sottobanco metadone davanti al Sert, era stato trovato cadavere dai vigili, dopo che si era iniettato una dose fatale di eroina sul suo giaciglio fatto di cartoni e materassi lerci, sistemati sotto il portico da cui si accede al quartiere generale dell'Antonveneta. Il secondo dramma risale all'agosto del 2015, quando una tossicodipendente padovana di 24 anni, probabilmente dopo aver assunto una dose di stupefacente, sul marciapiede dove ormai viveva abitualmente, aveva partorito Matias, un neonato prematuro, morto in ospedale subito dopo.
L'ASSESSORE

Marta Nalin, assessore al Sociale, ieri mattina ha attivato subito le unità di strada affinché facciano un sopralluogo sia al Boschetti che al PP1, nel tentativo di stabilire un contatto con le persone accampate nei bivacchi, per convincerle a usufruire dei posti letto allestiti nell'ambito del piano per l'accoglienza invernale. «Gli operatori - spiega - sia i nostri del Comune, che quelli della Caritas e della Comunità di Sant'Egidio, si metteranno a disposizione di queste persone senza fissa dimora per accompagnarle a dormire all'asilo notturno, o negli altri posti. Nel frattempo i Servizi Sociali terranno monitorata la situazione. Nei prossimi giorni, poi, è prevista la convocazione di un tavolo di inclusione, a cui prenderanno parte i rappresentanti di varie associazioni: l'obiettivo è di lavorare insieme per costruire azioni concrete ed efficaci per far fronte ai problemi delle persone in difficoltà, compre queste che non hanno neppure un tetto».
Nicoletta Cozza
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino