Porto Vecchio, parte il piano di recupero

Porto Vecchio, parte il piano di recupero
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Arriva con mezz'ora di ritardo al Magazzino 26. Si scusa spiegando che era alla Biennale di Venezia e poi si recherà in Calabria per inaugurare il ponte sullo Stretto. Il tutto reduce dal G7 in Giappone. Matteo Renzi ha firmato ieri a Trieste il Protocollo di intesa per la valorizzazione del Porto Vecchio che si concretizza in un tavolo permanente, che partirà nei prossimi 30 giorni, con Regione Friuli Venezia Giulia, Comune e Autorità portuale di Trieste. Per Renzi è stata la prima visita a Trieste in qualità di premier. Grazie ai 50 milioni approvati dal Cipe (il via libera risale al primo maggio) bisognerà procedere con le opere di urbanizzazione, comporre il piano strategico di valorizzazione e individuare le forme di ristoro delle spese sostenute dal Comune. «Vogliamo allestire i cantieri presto» ha assicurato la presidente Debora Serracchiani. Il finanziamento, infatti, va impiegato tutto entro il 2017. L'intesa sarà vincolante anche per il prossimo sindaco di Trieste. (((batice))) Tra gli interventi infrastrutturali previsti c'è il museo del mare (se ne parla da tanti anni) e il centro internazionale di ingegneria genetica. Più certezze per gli investitori con la presidenza del Consiglio a fare da garante dell'operazione: «Porto Vecchio fa impressione per lo spreco di futuro che per troppo tempo c'è stato - ha detto Renzi sottolineando la necessità di concretezza - bisogna smettere di sprecare il bello che abbiamo nelle nostre regioni». La tappa di Trieste? «Ha un valore forte e simbolico per il Paese che deve smetterla di piangersi addosso, alla cultura della rassegnazione non intendo cedere e fino all'ultima stilla di energia metteremo tutto affinchè l'Italia possa ripartire». E ancora: «Basta con la cultura dello spreco, la politica spreca troppo, nei luoghi, nei tempi e nelle opportunità». «Se smetteremo di sprecare - ha aggiunto - l'Italia tornerà a essere centrale nel mondo, la cultura del «no se pol» è andata in pensione ma dalle chiacchiere bisogna passare ai fatti». Se i 50 milioni per Trieste «sono il tentativo di rimettere in moto la speranza» poi «ci sono 150 milioni a parte, a disposizione dei cittadini, che dovranno indicarci dove intervenire». Oltre un anno è trascorso dall'emendamento del senatore del Pd Francesco Russo per sdemanializzare Porto Vecchio: «La firma di oggi (ieri ndr) è una nuova partenza per progettare la Trieste del 2030 con il più bel fronte mare d'Europa».

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Il Gazzettino