PORCIA L'accordo fra Pordenone e Cordenons sulla Polizia locale delude Porcia,

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PORCIA

L'accordo fra Pordenone e Cordenons sulla Polizia locale delude Porcia, che tuttavia prosegue sulla strada dell'unificazione con Roveredo, ma non chiude la porta, per il futuro, ad altre collaborazioni. Mentre il Comune di Porcia continua a lavorare all'accordo - che dovrebbe essere pronto a breve - per l'unificazione del Comando di Polizia locale con quello di Roveredo (orfano di Pordenone), infatti, il capoluogo e Cordenons hanno sottoscritto il loro patto per una Unione a due, a partire dal 2019. Una scelta sbagliata secondo il sindaco di Porcia e presidente dell'Uti, Giuseppe Gaiarin, che continua a lavorare per un ulteriore allargamento del Comando. «Stiamo predisponendo l'accordo con Roveredo nell'ambito dell'Uti - spiega Gaiarin - e provvedendo all'integrazione del personale mancante (è stato infatti pubblicato l'avviso di reclutamento per mobilità esterna nell'ambito del comparto unico del pubblico impiego regionale per la copertura di due posti di agenti di Polizia locale, ndr), per poter arrivare all'unificazione entro la fine di giugno e avviare così il servizio». È infatti fissato per il prossimo 30 giugno il termine per i Comuni per portare la loro Polizia locale nell'ambito dell'Uti, anche se il termine per la richiesta di un contributo regionale al quale mirano i due Comuni scadrà il 4 giugno. La costituzione del comando unico con Roveredo in Piano è il primo passo, al quale dovrebbe seguire in futuro anche l'unione con Zoppola. L'obiettivo, per ora, è quello di portare da tre a quattro il numero degli agenti di Roveredo e a otto quelli di Porcia, per arrivare appunto a quota dodici: un numero considerato accettabile, dal momento che nessun Comune può contare su quello che dovrebbe essere lo standard di un agente per ogni mille abitanti. «Mi dispiace - aggiunge tuttavia Gaiarin - che Pordenone abbia scelto di fare la convenzione con Cordenons mentre si poteva lavorare insieme, vista l'importanza che ha la Polizia locale in termini di sicurezza. Mi sarei aspettato una collaborazione più fattiva, anche perché iniziative come la videosorveglianza con l'installazione di telecamere per la lettura delle targhe hanno senso se realizzate in diversi Comuni vicini. Chiaramente - conclude - non siamo noi a chiudere la porta, anzi: in base a quanto deciderà la nuova Giunta regionale in materia di autonomie locali, siamo pronti a riprendere la collaborazione con gli altri Comuni per un'integrazione del servizio».

Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino