Popolare Vicenza accelera sulla vendita delle sofferenze e sulla riorganizzazione

Popolare Vicenza accelera sulla vendita delle sofferenze e sulla riorganizzazione
Popolare Vicenza accelera sulla vendita delle sofferenze e sulla riorganizzazione mentre spunta anche un fondo di 2 milioni per i clienti più in crisi, che quasi sempre sono...

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Popolare Vicenza accelera sulla vendita delle sofferenze e sulla riorganizzazione mentre spunta anche un fondo di 2 milioni per i clienti più in crisi, che quasi sempre sono anche soci visto l'azzeramento delle azioni passate in 18 mesi da 62,5 euro a 10 centesimi. Intanto si registra un faccia a faccia tra i pm che conducono le indagini sulla crisi della Popolare e l'ex consigliere Roberto Zuccato, attuale presidente di Confindustria Veneto.

Ieri il cda della banca berica guidato dal vice presidente vicario Salvatore Bragantini, durato "solo" sei ore e mezza, ha dato mandato pieno al consigliere delegato Francesco Iorio «affinché avvii senza indugio tutte le attività necessarie per la cessione del portafoglio di sofferenze». Il piano industriale al 2020, aggiornato al febbraio 2016, prevedeva la cessione di sofferenze per 1,5 miliardi nei quattro anni su un totale di crediti deteriorati di 7,6 miliardi (coperti al 42%). Ieri l'accelerazione per anticipare forse Monte Paschi o sfruttare le opportunità offerte da Atlante 2 anche se fino a pochi giorni fa si dava per difficile vendere sofferenze all'altra costola dell'azionista quasi unico.
Il cda, spiega Bragantini, ha anche «approvato le prime attività operative dello studio legale incaricato di verificare la fattibilità dell'azione di responsabilità», cioè lo studio Gatti Pavesi Bianchi di Milano che ha presentato una relazione. Possibile l'avvio dell'azione legale già all'inizio di settembre. «Deciso anche un vasto rinnovamento degli organi amministrativi delle società controllate teso a un loro miglior governo, oltre che a una sensibile riduzione del loro numero e del loro costo». Insomma, rivoluzione in vista per Banca Nuova & C., cioè del sotto governo del gruppo che dovrà essere sempre più semplificato (ma non si parla ancora di cessioni).
Poi c'era da rimettere in moto in pieno la macchina operativa e da «riavviare un positivo clima di fiducia attorno alla Popolare di Vicenza». Ci sono «segnali di incoraggiamento» che «sono arrivati in queste settimane dalla raccolta commerciale». Un report in tal senso è stato presentato dal vice direttore generale Iacopo De Francisco. «Abbiamo varato una serie di iniziative commerciali che ci rendono molto competitivi sul fronte della raccolta e su quello degli impieghi, sia per i privati che per le imprese», ricorda Bragantini che ringrazia anche del «forte sostegno garantito dall'azionista», il fondo Atlante. «Questa ripresa dell'attività ci aiuterà - afferma Bragantini - quando affronteremo la semestrale, che cadrà, come previsto, in un contesto ancora difficile e mentre è ancora in corso un complesso processo di ristrutturazione». I conti a giugno infatti saranno negativi e sconteranno quasi sicuramente anche il raffronto con un primo semestre 2015 ancora positivo prima della grande pulizia messa in campo da Iorio su indicazione della Bce.

Nel frattempo l'inchiesta della procura di Vicenza per aggiotaggio e ostacolo alla Vigilanza va avanti. Nei giorni scorsi aveva ricevuto un avviso di garanzia in relazione all'inchiesta sulla Banca Popolare di Vicenza, e a sorpresa il presidente degli industriali del Veneto Roberto Zuccato si è presentato in procura. Con i titolari dell'inchiesta, i pm Salvadori e Pipeschi, Zuccato (ex membro del cda della banca) ha avuto un lungo confronto in due tappe i cui contenuti sono chiusi nel massimo riserbo. I suoi legali hanno tuttavia espresso soddisfazione per il risultato del colloquio che avrebbe contribuito notevolmente a spiegare aspetti sui quali i magistrati si aspettavano chiarimenti.
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Il Gazzettino