Ha chiesto scusa per le frasi postate su Facebook e, in qualche modo, ha cercato di dare loro una spiegazione: la sofferenza e il dolore per la morte dell'amica Valeria Solesin,...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Fiorenza Pontini, l'insegnante del liceo Marco Polo di Venezia licenziata per le frasi razziste e xenofobe pubblicate sul popolare social network, è comparsa ieri mattina di fronte al giudice della sezione lavoro del Tribunale di Venezia, Margherita Bortolaso, nell'udienza di discussione del ricorso con il quale chiede l'annullamento della sanzione disciplinare.
Il suo legale, l'avvocato Marco Rigo, ha sostenuto che il licenziamento è un provvedimento troppo grave, sproporzionato rispetto alla violazione contestatale. Il difensore ha fatto richiamo al comportamento tenuto dalla professoressa Pontini in tanti anni di insegnamento, ipotizzando che la gravità della sanzione sia stata in qualche modo condizionata dal clamore mediatico avuto dalla vicenda, della quale si sono interessati per giorni giornali, televisioni e siti internet.
Il giudice ha rinviato l'udienza al prossimo 14 marzo per proseguire la discussione e per la probabile decisione: il procedimento si sta svolgendo con il nuovo rito stabilito dalla cosiddetta riforma Fornero.
Il caso scoppiò a metà ottobre, quando due onorevoli della Sinistra Italiana presentarono un'interrogazione parlamentare nel quale riportavano alcune frasi scritte tra luglio e agosto dello scorso anno dalla docente di liceo sul proprio profilo Facebook. Tra queste: Bisogna eliminare anche i bambini dei mussulmani tanto sono tutti futuri delinquenti; Speriamo che affoghino tutti che non se ne salvi nessuno (a proposito dei migranti), Mi dispiace che qualche profugo si salvi, Almeno morissero tutti; Bruciateli vivi, Ammazzateli tutti. La Procura di Venezia ha aperto un'inchiesta per istigazione all'odio razziale, ma il fascicolo non risulta ancora concluso. In sede penale la docente è assistita dall'avvocato Renato Alberini.
© riproduzione riservata
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino