Poliziotti e Consolato dove c'era Keke Pan

Poliziotti e Consolato dove c'era Keke Pan
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L'erba cattiva non muore mai ma si può combattere piantando quella buona. Ci sono ricerche universitarie e libri sull'argomento ma in estrema sintesi se si vuole che la zona di via Piave torni ad essere uno dei salotti buoni di Mestre com'era un tempo bisogna insediarvi attività istituzionali, governative, e quindi impiegati e utenti che vanno e vengono, e pure forze dell'ordine che presidiano perché se una delle attività scelte è un consolato, dev'essere protetto.

Gli uffici ci sono, basta metterci il contenuto. È su questo che Enrico Gavagnin, delegato del sindaco per la Sicurezza partecipata, assieme al vicesindaco Luciana Colle, sta lavorando già da un po': «Siamo a buon punto, vogliamo aprire il Consolato onorario di Ucraina in uno degli appartamenti di Keke Pan. E il secondo step sarà il trasferimento della sede veneziana dell'Ipa, l'International Police Association che da 100 anni riunisce gli appartenenti e i pensionati delle forze dell'ordine di mezzo mondo, organizza convegni, corsi di formazione, attività ricreative e, in alcuni paesi come Inghilterra e Stati Uniti, coordina i gruppi del Controllo di vicinato».
Così si chiude il cerchio, dato che Gavagnin ha cominciato ad occuparsi dei Controlli di vicinato sei mesi fa, quando in città queste realtà avevano 800 iscritti fermi da due anni, e oggi sono già a 2000 in continua crescita.
Problemi? «Lentezze burocratiche per ottenere gli spazi che il Tribunale ha affidato al Comune con l'obbligo di destinarli a fini istituzionali e sociali; e soldi. Sono un delegato senza portafoglio, per fortuna da venti giorni mi hanno assegnato due addetti alla segreteria ma per il resto mi arrangio». Infatti, per presentare l'iniziativa, ha organizzato un convegno, il primo marzo alle 18:30 a Ca' Vendramin con l'ambasciatore ucraino, e per finanziarlo ha trovato una banca, la Bim, che lo ha sponsorizzato.
L'incontro con la comunità ucraina è stato casuale: il primo incarico di Gavagnin da consigliere comunale a luglio del 2015 è stato quello di incontrare una decina di ragazzi ucraini che giravano l'Europa in bici per sensibilizzare la gente sulla guerra del Donbass e le sofferenze della popolazione. Da lì è nato un rapporto di collaborazione con il console onorario Marco Toson che ora ha la sede a Vigonza ma che, appunto, potrebbe trasferirsi in via Piave: in città, infatti, ci sono quattro o cinque gruppi di ucraini molto attivi e l'idea è di riunirli in un'unica grossa associazione.

Gavagnin è un sovrintendente capo della Polizia scientifica e ha appena passato l'esame per diventare ispettore, ha fatto il dottorato di ricerca con una tesi sulle dinamiche dei gruppi di protesta e ha modificato la metodologia investigativa sugli incidenti sul lavoro. Per esperienza personale, dunque, sa che insediare in via Piave una sede dell'Ipa vuol dire avere poliziotti attivi e in pensione che vanno su e giù ogni santo giorno, e far venire l'orticaria a spacciatori, papponi... , l'erba cattiva.
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Il Gazzettino