Polizia urbana, via alle nuove regole

Polizia urbana, via alle nuove regole
Passa con i voti della maggioranza il nuovo Regolamento di polizia...

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Passa con i voti della maggioranza il nuovo Regolamento di polizia urbana che sostituisce il precedente, datato 1931, e che prevede misure quali il Daspo urbano e la mediazione del sindaco. Per l'opposizione il documento è un'operazione di facciata, realizzato in tempi troppo brevi e non condiviso con i cittadini. «Si tratta di un documento - spiega l'assessore alla Sicurezza Emanuele Loperfido - che non entra nello specifico di ogni singolo argomento perché costituisce una cornice di altri regolamenti, come il regolamento d'igiene e il regolamento sul rumore. Si applica su tutto il territorio comunale: aree pubbliche e aree private gravate da servitù di pubblico passaggio». Fra i punti principali, la facoltà, conferita al sindaco, di intervenire convocando coloro che possano dare origine ad atti potenzialmente pregiudizievoli; l'applicazione delle misure previste dalla legge Minniti, a cominciare dal Daspo urbano della durata di 48 ore o, in caso di recidiva, fino a sei mesi; le sanzioni contro i comportamenti come la prostituzione su strada o l'accattonaggio molesto; l'obbligo per i proprietari di mantenere in maniera decorosa gli edifici per impedire l'incuria e l'occupazione; la possibilità che le funzioni di accertamento e contestazione degli illeciti amministrativi possano essere esercitate da dipendenti comunali o da dipendenti di società partecipate dal Comune; l'obbligo per gli esercizi commerciali di consentire l'uso dei servizi igienici alla clientela (e non ad altri perché, spiega l'assessore, «non possiamo chiedere al privato di fare quanto il pubblico non è in grado di fare»). Su quest'ultimo punto, tuttavia, l'amministrazione intende ripristinare i servizi igienici pubblici. Fra i punti controversi, la scelta di organizzare la comunicazione delle norme alla popolazione, soprattutto straniera, in sola lingua italiana, «perché confidiamo spiega Loperfido - che chi viene sul nostro territorio debba conoscere la lingua italiana, perché l'italiano è la lingua di questa città». Risolta invece con un emendamento la questione dell'affissione dei papiri di laurea, per i quali saranno individuati spazi appositi. Per Marco Salvador (Pordenone 1291) «è un'operazione di facciata: non portate un'istruttoria, una relazione delle forze di polizia, non parlate col prefetto. È questa l'operazione che si fa su un documento che ha una forte valenza sociale? Avete completamente dimenticato questo aspetto». «Avrebbe dovuto essere un percorso condiviso rileva Samuele Stefanoni (M5S) - Così non è avvenuto». «Lo sfondo del decreto Minniti manca completamente in questo regolamento aggiunge Daniela Giust (Pd) - Se il degrado di questa città è così profondo, perché non convocate la commissione per tempo, in modo da chiarire dov'è che si annida questo degrado? O siamo in una città degradata e pericolosa, e non ce ne siamo accorti, oppure sulla questione degrado si calca un po' troppo la mano». «Questo regolamento - è la replica del sindaco Alessandro Ciriani - non è connesso a un'emergenza, ma è indispensabile per consentire alla Polizia municipale di poter intervenire in modo più puntuale rispetto a fenomeni di decoro. Questo è il senso del regolamento. È inutile caricarlo di valenze politiche e ideologiche che non ci sono».

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Il Gazzettino