POLITICAVENEZIA «Il Veneto decide per sè, non lo deve fare il segretario del partito». Così il coordinatore regionale di Grande Nord, l'ex deputato leghista Corrado Callegari,...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
VENEZIA «Il Veneto decide per sè, non lo deve fare il segretario del partito». Così il coordinatore regionale di Grande Nord, l'ex deputato leghista Corrado Callegari, replica alle parole del segretario nazionale del Carroccio Giannantonio Da Re che l'altro giorno sul Gazzettino aveva avocato al leader Matteo Salvini la decisione sulle prossime elezioni comunali di Venezia. Un diktat, per Callegari, che contesta il centralismo imposto dai vertici del partito che ha trasformato il modo di fare politica sul territorio: «Salvini confonde le questioni di Venezia con Piazza Venezia», sbotta l'ex parlamentare per il quale il nuovo corso del partito, dal quale a suo tempo sono fuoriusciti 500 iscritti, non avrebbe portato nuove adesioni. «Non mi pare ci sia la coda ad aprire nuove sezioni del partito - osserva Callegari - Guardarsi in faccia a parlar di politica non si fa più. Sono cose vecchie, si aspetta la diretta su fb sul tetto del Viminale». Ma il Veneto delle imprese, insiste il rappresentante di Grande Nord, ha altre esigenze: «Anche qui le imprese chiudono - conclude - Le tasse sono troppo alte. Nessuno si sognerebbe mai di chiedere il reddito di cittadinanza. E allora, caro Da Re, su Venezia se proprio vuole decidere Salvini, quando ha deciso il futuro della nostra gente ci dia un fischio per l'adunata. Sarà oceanica». (a.fra.)
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino