POLITICA UDINE «Il Friuli Venezia Giulia ha dovuto prontamente partecipare

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POLITICAUDINE «Il Friuli Venezia Giulia ha dovuto prontamente partecipare all'abbattimento del debito pubblico nazionale, alle spese per il federalismo, anche a rimpinguare il...

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POLITICA
UDINE «Il Friuli Venezia Giulia ha dovuto prontamente partecipare all'abbattimento del debito pubblico nazionale, alle spese per il federalismo, anche a rimpinguare il Fondo sanitario nazionale, prelevando soldi dal proprio bilancio. Ora che Roma ha deciso di allentare i cordoni della borsa, pretendiamo la nostra fetta di torta. Su questo punto si misura la capacità negoziale del presidente della Regione». Il presidente del Patto per l'Autonomia e sindaco di Valvasone Arzene, Markus Maurmair, regionalizza così l'impronta che il Governo nazionale gialloverde ha dato al bilancio 2019, innalzando l'asticella del debito italiano. Insomma, chiarisce, «visto che la buttiamo in vacca con le politiche dell'austerità, suggerisco ai timonieri regionali di valutare l'opportunità di fare tutto il possibile per ottenere la rinegoziazione dei patti finanziari sottoscritti dagli ultimi due governatori regionale con lo Stato». L'input giunge alla vigilia dell'avvio in Consiglio regionale del percorso della legge che porterà alla definizione del bilancio Fvg 2018 dalla prossima settimana il lavoro in commissione -, ma senza che ancora si abbiano notizie certe sulla piega che hanno preso i colloqui che il presidente Massimiliano Fedriga e l'assessore al Bilancio Barbara Zilli hanno avuto e stanno avendo con il Governo, al fine di modificare il Patto Padoan Serracchiani. L'ultimo avvistamento porta la data del 29 ottobre, poi più niente. E intanto incombe la procedura di infrazione Ue per le scelte finanziarie governative. Una questione, quest'ultima, su cui Maurmair non entra, perché volutamente il suo sguardo intende fermarsi entro i confini regionale. «Alla nostra gente interessa sapere che i patti finanziari con Roma, i quali hanno molto pesato sul bilancio regionale e che sono stati siglati dagli allora presidenti Renzo Tondo e Debora Serracchiani, siano superati sottolinea -. Per ora, però, dalla Giunta abbiamo sentito parole, ma non abbiamo visto i fatti. Per Fedriga, che avrebbe dovuto essere parte di questo Governo e che quindi è in linea con l'asse governativo, è il momento di agire. Qui si mette alla prova la sua capacità negoziale», insiste. Sul tavolo, secondo il presidente del Patto per l'Autonomia, ci sono «accordi da cancellare perché hanno sacrificato miliardi di risorse dei cittadini del Friuli Venezia Giulia a favore del risanamento del debito nazionale e che ora il Governo sta sacrificando sull'altare del reddito di cittadinanza», conclude. Il 29 ottobre scorso Fedriga ha presentato al ministro dell'Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, un'ipotesi di accordo tra Governo e Regione in materia finanziaria. La Regione, era stato detto in quell'occasione, farà sintesi dell'incontro con il ministro al fine di raggiungere l'intesa «entro qualche settimana». Il tempo, quindi, dovrebbe essere ormai maturo, anche se allora il presidente del Friuli Venezia Giulia aveva specificato di ritenere opportuno, prima di sottoscrivere l'accordo, coinvolgere il Consiglio regionale sui contenuti del documento. Un passaggio che ancora non c'è stato e che ancora non compare per ora nell'ordine del giorno delle prossime sedute dell'Aula, in programma il 23 novembre e il 4,5 e 6 dicembre.

Antonella Lanfrit
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Il Gazzettino