Polemica sindacale sulle freccette Il Diccap: «Non è nostra quella foto di Brugnaro»

Polemica sindacale sulle freccette Il Diccap: «Non è nostra quella foto di Brugnaro»
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Se davvero Giampiero Bulla in ufficio tira freccette contro il poster del sindaco, quel poster comunque non è del Diccap. Il sindacato autonomo delle polizie locali dice che «non ha mai prodotto o stampato quel volantino, è fango immotivato e ingiustificato». A questo punto sarebbe curioso vedere qual è davvero il volantino di cui Brugnaro ha parlato al congresso della Cisl. Qualcuno l'avrà pure fatto. Ma al di là di questo, le dichiarazioni del giorno dopo, mostrano che il fronte sindacale è davvero spaccato, almeno da quel che dichiara Luca Lombardo, coordinatore Diccap, che non vuole «prestare il fianco a chiunque sia interessato a buttarla in bagarre. Noi siamo abituati a lavorare seriamente, dobbiamo rimanere coi piedi per terra, discutere di cose importanti come il licenziamento di massa di 119 Lavoratrici e Lavoratori rimasti senza tutele e reddito e il Nuovo Contratto Decentrato per ridare diritti e dignità agli stipendi di 3000 dipendenti, non abbiamo tempo per questi miseri siparietti».

L'altro sindacato autonomo, il Cobas, si augura che la Cisl «abbia la dignità di prendere subito le distanze dalle dichiarazioni di Brugnaro degne di un latifondista dell'800». E aggiunge che «vorremmo proprio vedere la faccia degli avvocati di un sindaco che vuole pagare la produttività solo agli iscritti della Cisl, robe da non credere», minacciando di ricorrere alle vie legali».
Anche per la Cgil è inaccettabile che «il Sindaco affermi il contratto vale solo per chi lo firma. Ci sono leggi e norme ben precise che regolano i contratti e non temiamo deroghe creative, da parte del sindaco» afferma il segretario generale veneziano Enrco Piron, che stigmatizza l'evento delle freccette, «qualora sia davvero accaduto», ed esprime solidarietà al sindaco ma teme che Brugnaro abbia voluto sollevare «più in alto la polvere su qualche fatterello di presunti conflitti di interessi da chiarire, magari facendo appannare il ricordo sulla città Metropolitana che non ha capito ancora nessuno cosa sia, cosa faccia, a cosa serva, e però a nessuno è permesso chiedere alcunchè sul piano strategico che è rimandato da mesi e mesi, sulla strategia per la reindustrializzazione di Portomarghera, sul turismo che avvelena il centro storico e via così».

Per Piron si va verso un accordo sindacale separato che allontana coesione e integrazione, «non si riesce a leggere altrimenti l'atteggiamento tenuto con la vertenza dei dipendenti del Comune, condotta certo in modo autoritario ma anche, ritengo, senza comprendere il bene collettivo finale che, non un paron, ma il Sindaco, proprio come elemento di equilibrio non può non favorire». (e.t.)
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Il Gazzettino