Una straniera smarrita che troppo spesso finisce in acqua, un clochard lunare e stralunato che vive in una tendina canadese fronte Senna, un'anziana ingegnosa decisa a non finire...
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Più che i dialoghi, è il corpo, nella sua funambolica elasticità e con le sue imprevedibili gag al limite dell'assurdo, a dominare la storia che vede una sprovveduta bibliotecaria canadese (Gordon) alla ricerca dell'anziana zia in quel di Parigi (Emmanuelle Riva nella sua ultima interpretazione), inseguita a sua volta da un senza tetto seduttore e innamorato (Abel). Una caccia attraverso una città osservata e riassemblata in modo giocoso dai due protagonisti-autori che si aggirano tra i luoghi più turistici riscrivendoli a modo loro, assecondando con fantasia i loro movimenti coreografici. E tra esilaranti tuffi in acqua, equivoci sempre più comici e a volte persino crudeli (memorabile l'elegia funebre), passando per un magnifico tango elastico danzato su un bateau-mouche, un'elegante danza dei piedi (tra la Riva e il veterano Pierre Richard) e i poetici passi a due sulle travi della Torre Eiffel, il film scorre leggero mostrando un cinema costruito al millimetro e popolato di idee, invenzioni ed emozioni. Che aprono letteralmente la porta del fantastico (come nelle prime inquadrature, quando la stanza della biblioteca viene investita dal vento gelido del Canada) in un gioco di contrari che si interroga comunque sul mondo che ci circonda. E indicando il lato divertente, patetico, eroico e anche meravigliosamente poetico degli esseri umani. (ChP)
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Il Gazzettino