POESIA Non ha la consistenza né la pretesa dei suoi romanzi o delle sue

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POESIANon ha la consistenza né la pretesa dei suoi romanzi o delle sue opere precedenti (come Il furto delle opzioni o Le vocazioni) ma in poche pagine e poche copie (un...

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POESIA
Non ha la consistenza né la pretesa dei suoi romanzi o delle sue opere precedenti (come Il furto delle opzioni o Le vocazioni) ma in poche pagine e poche copie (un centinaio, tutte numerate e riservate agli amici più stretti incrociati per le strade della vita in questi primi 60 anni) Vincenzo Agostini, imprenditore, intellettuale ed ex pubblico amministratore, mette tutto se stesso. Il volumetto presentato in occasione della festa dei suoi sessant'anni tenutasi nella sua casa di Modolo, contiene in sessanta pagine una trentina di componimenti in versi liberi dedicati alle sue montagne. Si intitola Argè ed è aperto da una poesia dedicata alle Andane. Agostini ha letto ai suoi ospiti la più corposa delle sue poesie dedicata allo spaventapasseri.

«Uno spaventapasseri ha ricordato Agostini che vedo spesso tra Mel e Lentiai nelle mie continue frequentazioni lungo la Valbelluna. Lo spaventapasseri è stato preso da Agostini come simbolo del tempo che scorre, della falce che incombe sugli anni dell'uomo. Assistiamo impassibili all'incedere delle falci. Le altre poesie parlano della sua montagna, della sua storia di intellettuale e di imprenditore attaccato alla sua terra. Una Terra che sta morendo. E il futuro non promette niente di buono. Verranno giorni, quando rovineranno le opere degli uomini . Domande sulla vita rivolte alla luna, quelle di Agostini. Con la speranza che, comunque, non accetta mai di tramontare. E per fortuna che il Sole poco dopo è risorto. (ep)
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Il Gazzettino