Pochi giorni per le firme

Pochi giorni per le firme
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Giovanni Manildo ci ripensa. E dice sì. Sarà lui uno dei candidati per la poltrona di presidente della Provincia di secondo livello e, se le cose non dovessero cambiare, sfiderà Stefano Marcon, sindaco di Castelfranco e candidato del centrodestra sostenuto da Lega e Forza Italia. È una svolta clamorosa. Solo sette giorni fa aveva declinato l'invito presentato da sindaci della lista dei civici. E lo aveva fatto con un comunicato ufficiale in cui spiegava che il suo obiettivo era solo "la città di Treviso" e si dichiarava contrario ai doppi incarichi. Tempo sette giorni e tutto è cambiato. La lista dei civici, orchestrata dal consigliere regionale Pietro Dalla Libera e da Carlo Casagrande, ha contribuito a far saltare il "listone" - che avrebbe voluto mettere assieme Pd, Lega e Forza Italia - e caricato di significati altamente politici un'elezione di secondo livello che di politico dovrebbe avere ben poco. E quindi il Pd ha cambiato rotta - anche perché il listone trovava grande resistenza interna - e deciso di gettare nella mischia tutti i suoi assi. A cominciare dal nome più pesante del lotto: quello di Manildo. Negli ultimi tre giorni la pressione su lui è stata enorme. La segretaria Lorena Andreetta gli ha chiesto ufficialmente di candidarsi e, insieme a lei, anche tutti i parlamentari veneti. E pressioni sono arrivate anche da Roma. I civici poi hanno calato il carico da novanta: avrebbero accettato un'alleanza con il Pd solo ed esclusivamente con Manildo candidato.

Manildo però ha tentato di resistere. Per l'intero fine settimana ha soppesato pro e contro, si è fatto fare i calcoli per capire quali fossero le possibilità di vittoria. E i cervelloni di Pd gli hanno sfoderato una previsione: con lui candidato la coalizione Pd più lista delle Civiche avrebbe potuto raccogliere il 46% dei consensi, quella di Lega e Forza Italia il 43. Il resto è un 11% di amministratori non classificabili e potenzialmente da conquistare (per la cronaca: i conti in casa Lega danno una previsione completamente opposta, con Marcon al 46% e il centrosinistra al 40). Questo, unito al pressing asfissiante, ha convinto il sindaco di Treviso a ritirare il proprio no e ad accettare la candidatura. Scenderà in campo sostenuto da una lista del Pd e da quella del Civici. Mentre per Marcon di lista ce ne sarà una sola, composta in parti più o meno uguali da candidati di Lega e Forza Italia.

Ieri sera, attraverso il vicesindaco Roberto Grigoletto, il sindaco trevigiano ha ufficializzato la sua decisione nel corso di una riunione di amministratori del Pd condotta dalla Andreetta. Non si è presentato, tutta questa vicenda lo ha travolto mentre si trova in ferie, ma ha affidato a Grigoletto un messaggio: «Manildo ci ha pensato molto perché al di là della corsa in sé, se va bene come speriamo, comunque ci sarà un aggravio di responsabilità. Ma chiede ai sindaci di essere al suo fianco». La richiesta pare più una condizione imprenscindibile: il primo cittadino trevigiano vuole che nella lista dei sedici candidati consiglieri ci siano i suoi colleghi sindaci. Tutti, insomma, si devono mettere in gioco. «Vuole far rimanere sul piano prettamente amministrativo questo ente che deve essere al servizio dei comuni - ha sottolineato Grigoletto - e chiede la disponibilità a candidarsi in primo luogo ai sindaci. E queste considerazione le ha espresse anche ai sindaci civici». I giochi sembrano fatti anche perché di tempo non ce n'è molto: entro fine settimana bisogna raccogliere le firme, 190 per il presidente e 63 per i consiglieri, e depositare le liste. Ma, come sempre, le sorprese possono nascondersi dietro l'angolo.(((caliap))) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino