«Poche donne nelle assemblee, serve una svolta»

«Poche donne nelle assemblee, serve una svolta»
L'IDEATRIESTE Friuli Venezia Giulia maglia nera per presenza femminile nelle assemblee. A denunciare «il triste primato del 14,2%» all'interno del Consiglio regionale «contro...

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L'IDEA
TRIESTE Friuli Venezia Giulia maglia nera per presenza femminile nelle assemblee. A denunciare «il triste primato del 14,2%» all'interno del Consiglio regionale «contro il comunque misero 17,7% di presenza media su scala nazionale e ben lontano dalla media registrata a livello Ue, pari al 33%» stando ai dati 2016, è il consigliere regionale del Pd Francesco Russo: «Nella nostra Regione abbiamo solo 7 donne su 49, è il momento di agire».

LA PROPOSTA
Russo ha illustrato ieri in 5. Commissione una proposta di legge, di cui è primo firmatario, che modifica l'articolo 25 della legge regionale 17 del 2007 (Determinazione della forma di governo della Regione Friuli Venezia Giulia e del sistema elettorale regionale). Erano presenti anche Annamaria Poggioli, presidente della commissione regionale per le Pari opportunità, e Roberta Nunin, avvocato e consigliera di parità. «L'urgenza di un riequilibrio della rappresentanza di genere è sotto gli occhi di tutti ha detto il consigliere dem - la politica è l'ambito in cui la presenza femminile è più penalizzata ed è tempo che questo vulnus sia eliminato con l'obiettivo di raggiungere una presenza femminile paritaria, muovendosi dai partiti, per arrivare alle istituzioni». Inoltre, aggiunge Russo «appare paradossale il fatto che il Consiglio regionale abbia introdotto la doppia preferenza di genere nelle elezioni comunali e non lo abbia ancora fatto per se. La legge è già stata calendarizzata in ottobre e ora l'auspicio è che questo tema vada oltre gli schieramenti e diventi trasversale con il voto di tutta l'Aula».
LA NOVITÀ
Nella proposta di legge, viene introdotto «un meccanismo semplice, lineare, efficace, non coercitivo: ciascun elettore può esprimere uno o due voti di preferenza; se ne esprime due, essi dovranno riguardare candidati di genere diverso (maschio-femmina o femmina-maschio), pena l'annullamento della seconda preferenza espressa». Accanto all'intervento legislativo, Russo sottolinea infine i riflessi culturali e sociali dell'intervento: «Adottare queste misura significa, oltre a poter favorire l'auspicato riequilibrio, introdurre caratteristiche positive in termini di impatto, in quanto essa è in grado di radicare negli elettori l'abitudine a scegliere con il proprio voto rappresentanti di sesso sia maschile che femminile, contribuendo così a creare un clima culturale favorevole all'idea che una più equa rappresentanza di genere sia indispensabile alle Istituzioni di un Paese realmente democratico». Poggioli ha sottolineato che la proposta «non parla di quote rosa ma di presenza paritaria, con un metodo che non obbliga ma che permette una scelta che già esiste in molte altre regioni». Nunin ha parlato di «situazione sconfortante» sottolineando l'importanza di una «democrazia paritaria».

Elisabetta Batic
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino