Plico e telegramma mai consegnati: ritrovati dal destinatario detective

Plico e telegramma mai consegnati: ritrovati dal destinatario detective
IL CASOBELLUNO Un pacco prioritario ritrovato dopo 20 giorni, ancora fermo all'ufficio postale e un telegramma arrivato dolo 10 giorni solo dopo un sollecito allo sportello di...

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IL CASO
BELLUNO Un pacco prioritario ritrovato dopo 20 giorni, ancora fermo all'ufficio postale e un telegramma arrivato dolo 10 giorni solo dopo un sollecito allo sportello di Santo Stefano. Due disservizi delle Poste capitati nel giro di poche settimane a un cittadino del Comelico. Giuliano Sacco, di San Nicolò, ha preso carta e penna e ha segnalato il disservizio non solo a Poste Italiane, ma anche al prefetto di Belluno, Francesco Esposito, ai presidenti di Regione e Provincia, al Ministero e anche al Governo e al presidente della Repubblica Mattarella. Il caso è stato segnalato anche al Gazzettino, con una nota diffusa ieri.

LO SFOGO
«Segnalo - scrive Giuliano Sacco - un gravissimo ritardo nella consegna di corrispondenza al mio indirizzo, dove ci sono evidentissimi numero civico, campanello e cassetta postale accessibile. Non è arrivato il plico priority spedito da Città del Vaticano il 9 luglio scorso e recuperato da me, dopo lunghe ricerche, presso l'ufficio smistamento di Santo Stefano di Cadore (BL) il 29 luglio. Poi il caso di un telegramma spedito da Misano Adriatico (RN) il 13 scorso e arrivato il 23 agosto, solo dopo un provvidenziale intervento esterno. In questo caso sono state inutili anche le ricerche presso l'ufficio smistamento di Santo Stefano di Cadore, dove il responsabile dichiarava la non giacenza del citato telegramma». «È un grande dispiacere - prosegue Sacco - constatare la disorganizzazione e il disinteresse per il cittadino poste in essere nel caso specifico dal servizio postale, disorganizzazione e disinteresse imputabili, non ad enti astratti, bensì a persone fisiche».
I TAGLI
«Le alte sfere di Poste Italiane SpA - sottolinea Sacco - e le istituzioni pubbliche a qualsiasi livello interessate hanno responsabilità nel citato disservizio. Infatti un po' d'anni fa a San Nicolò di Comelico esisteva un ufficio postale aperto tutti i giorni con servizio di porta-lettere e pacchi a domicilio e servizio telegrafico. Ora l'ufficio è aperto a giorni alterni, privo di servizio telegrafico e di servizio distribuzione effetti postali». «Si tratta veramente dell'abbandono della montagna veneta - prosegue -, incuneata tra due regioni autonome, e dei suoi abitanti. Mentre si blatera sulle loro valorizzazione e considerazione. In questo contesto non c'è da meravigliarsi delle scelte di Cortina e di Sappada, scelte che capisco ma non condivido.
LA PROPOSTA

E conclude con le sue 4 proposte antispopolamento. La creazione in Comelico di un unico comune, accorpando i cinque attuali: Comelico Superiore, Danta di Cadore, San Nicolò di Comelico, San Pietro di Cadore, Santo Stefano di Cadore. La creazione in Comelico di una Zona Franca, istituzione già in funzione a Livigno (SO) dal 1910 con ottimi risultati. La creazione della Provincia Autonoma di Belluno e arginare la disoccupazione e il conseguente spopolamento nella provincia assumendo nell'ambito dei servizi pubblici comunali, provinciali, regionali e statali, personale residente».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino