Pizzolato e la Testa due bronzi di... forza

Pizzolato e la Testa due bronzi di... forza
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Antonino Pizzolato, se nella vita non sollevasse pesantissimi bilancieri, forse sarebbe un ottimo giocatore di poker. Perché solo chi ha il coraggio di rischiare (anche) al tavolo verde è capace di tentare la giocata all-in messa in scena dall'atleta siciliano. Diamo un luogo e un contesto: Nino si sta giocando l'oro nella finale degli 81 kg. Dopo essere stato scavalcato al secondo posto complessivo dal dominicano Zacarias Bonnat, il sollevatore azzurro - ormai certo della medaglia di bronzo non si accontenta di provare a sollevare i 204 kg di slancio che gli restituirebbero l'argento sottrattogli, ma prova a riscrivere ex novo la storia di questo sport con duecentodieci chili: poco meno di due motorini, da tirare su fino al petto e poi verso l'alto, mentre i muscoli sembrano scoppiare e il sangue nella testa pompa come un idrante. Nino completa la prima fase, ma alzatosi in piedi si scontra con la dura realtà e non chiude il movimento. Si consideri anche che in pedana c'era un alieno: Liu Xiaojun, oro a Rio nei 77 kg, ha superato tutti nello strappo (177 kg, record olimpico) e ha fatto suo il metallo più prezioso al secondo slancio (204 kg, sempre record). «Xiajoun lo ammiravo in tv, ma per poco non è tornato in Cina con una medaglia diversa», dice Nino. «Questa medaglia è per Baldàssare, Ninfa, Antonino e Antonietta: i miei nonni, che ho perso prima delle Olimpiadi». 57 kg boxe, la Petecio ferma la corsa all'oro della Testa

Il bronzo di Irma Testa è agrodolce: da un lato la pugile di Torre Annunziata è la prima medagliata azzurra di sempre nella boxe olimpica nonché l'alloro numero 600 dell'Italia ai Giochi, dall'altro non ha saputo tenere a distanza la filippina Nesthy Petecio, grezza tecnicamente ma brutale dalla breve distanza dopo il primo round vinto dalla campana. In altre parole, un pizzico di rimpianto c'è. «Questa medaglia ha anni di lavoro e sacrifici alle spalle - spiega Irma - Penso di non aver lasciato nulla al caso: non è bastato, forse serve altro tempo».

Giacomo Rossetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino