Pizzo si difende: «Non ho circuito i due disabili»

Pizzo si difende: «Non ho circuito i due disabili»
LA TRUFFA DI GRIGNANOROVIGO Davanti al giudice non solo ha respinto l'accusa di aver approfittato di marito e moglie entrambi con disabilità di tipo cognitivo, spingendoli a...

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LA TRUFFA DI GRIGNANO
ROVIGO Davanti al giudice non solo ha respinto l'accusa di aver approfittato di marito e moglie entrambi con disabilità di tipo cognitivo, spingendoli a consegnargli i soldi della pensione, ma ha spiegato di essere stato in qualche modo incastrato da loro, dopo che a lungo li avrebbe aiutati.

Gaetano Pizzo, 49enne di origini siciliane, ma da tempo residente a Grignano, che il 13 marzo è stato arrestato dalle Fiamme gialle mentre era al bar del paese, finendo ai domiciliari con l'accusa di circonvenzione d'incapace, è comparso ieri mattina di fronte al giudice per le indagini preliminari Alessandra Martinelli per l'interrogatorio di garanzia. E assistito dal suo avvocato Federico Donegatti, ha scelto di rispondere alle domande del gip per chiarire la sua posizione e offrire il proprio racconto dei fatti.
L'ACCUSA
Secondo quanto compare nel capo d'imputazione, l'accusa avrebbe ricostruito una sua azione a partire dal 2015, sono due le volte in cui è stato trovato dalla Guardia di finanza con del contante che gli sarebbe stato consegnato dai due compaesani, lui 58 e lei 67 anni. La prima volta il primo di febbraio, 1.250 euro, l'intero importo della pensione appena ritirata dall'ufficio postale.
LA DIFESA
I soldi sarebbero stati sì stati versati dai coniugi a Pizzo, ma secondo quanto da lui riferito, per saldare una serie di piccoli prestiti e spese che aveva sostenuto per loro nei mesi precedenti e che loro avevano detto avrebbero pagato non appena prelevata la pensione. I 450 euro che la Finanza gli ha trovato il primo marzo scorso non arriverebbero dai coniugi, ma da un lavoro eseguito come muratore per una terza persona, ha spiegato Pizzo.
«Il mio assistito - spiega l'avvocato Donegatti - si è trovato al centro di un ciclone mediatico che lo ha rovinato, provocato da accuse non veritiere che sono state mosse nei suoi confronti da persone che ha sempre aiutato».
DOMICILIARI

Per questo l'avvocato Donegatti ha chiesto che venisse revocata la misura di custodia cautelare ai domiciliari emessa sulla base di quanto emerso nelle prime fasi dell'indagine coordinata dal sostituto procuratore Monica Bombana e richiesta perché, secondo l'accusa, avrebbe reiterato la propria condotta dopo essere già stato pizzicato una prima volta. In tutto, la somma che gli è stata sequestrata dalla Finanza ammonta a 1.695 euro, che sarebbero l'ingiusto profitto ottenuto abusando delle particolari condizioni dei due compaesani, seguiti anche dai servizi sociali.
F.Cam.
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Il Gazzettino