«Questo cellulare me l'ha dato mamma. Ha detto che l'ha rubato e che dovevo formattarlo». Così un ragazzo di 18 anni, messo alle strette dalla polizia, ha incastrato la madre....
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Il diciottenne, dunque, ha raccontato agli agenti che quel telefonino glie l'aveva dato la madre, che in quel momento non era in casa, e che l'aveva rubato al giovane tunisino. Quando era tornata a casa glielo aveva consegnato proprio perchè quest'ultimo lo formattasse completamente, eliminando la tessera sim, le eventuali password e tutto il resto della memoria, facendolo tornare vergine. L'obiettivo, con tutta probabilità, era quello di rivendere il telefonino, guadagnandoci qualche decina di euro. A questo punto i poliziotti non hanno potuto fare altro che denunciare entrambi, madre e figlio, per ricettazione visto che il giovane è stato pizzicato letteralmente con il cellulare rubato in mano.
Per alcuni tipi di smartphone di ultima generazione è possibile bloccare cellulare e scheda sim per evitare che i malviventi effettuino chiamate o procedano ad acquisti grazie ai numeri di carta di credito registrata nelle applicazioni. La procedura di solito è semplice: agire da remoto sfruttando i sistemi antifurto offerti da aziende come Google, Apple e Microsoft, i quali permettono di individuare uno smartphone a distanza e di bloccarlo o addirittura cancellarne la memoria. Poi c'è bisogno dell'Imei del telefono, un codice identificativo composto da 15 cifre che viene trasmesso dal dispositivo ogni volta che viene effettuata una chiamata.
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Il Gazzettino