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ROMA Una bolletta più leggera. Che venga ripulita da tutte quelle voci che non hanno strettamente a che fare con il costo dell'energia. L'impegno, solenne, il governo lo ha preso con la Commissione europea all'interno del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Dentro i conti energetici degli italiani, nel tempo, ci è finito di tutto. Oggi, dopo una prima razionalizzazione, gli oneri di sistema sono costituiti da due voci: Asos e Arim. Per grandi linee i primi sono tutti quei costi legati allo sviluppo delle energie rinnovabili. Dunque gli incentivi al fotovoltaico o all'eolico. Ma anche gli aiuti alle imprese cosiddette energivore, quelle che cioè hanno bisogno di grandi quantità di energia elettrica per funzionare. La componente Arim, invece, sono i restanti oneri. Ci sono, per esempio, le spese per lo smantellamento delle centrali nucleari. Gli esborsi per i regimi tariffari speciali, come per esempio quello delle Ferrovie. Se questa voce non fosse nella bolletta elettrica rischierebbe di pesare sui biglietti dei treni, rendendoli di fatto carissimi. E ci sono anche le agevolazioni per le famiglie in disagio economico, quelle che hanno bisogno di sostegno per sostenere i consumi di elettricità.
LA VOCE A PARTE
In bolletta, poi, c'è anche il canone della televisione. Tutte queste voci alla fine portano quasi a raddoppiare quanto un consumatore spende per l'energia. Come se ne esce? La strada, indicata da tempo, è quella di togliere dalla bolletta tutti quegli oneri considerati impropri. Per farli pagare a chi? Alla fiscalità generale. Portarli cioè, dalla bolletta alle tasse. Un esborso in base al reddito. Sulle bollette, inoltre, si pagano l'Iva e le accise. E queste ultime entrano nella base imponibile della prima. Significa che si pagano tasse su altre tasse. Non a caso, una delle modalità per sterilizzare gli aumenti dell'energia circolato nei giorni scorsi, è stato quello di tagliare l'Iva. Ma è un'imposta europea, non si può fare senza l'ok di Bruxelles.
A. Bas.
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Il Gazzettino