«Più felice della promozione? Una bugia, ma lo perdoniamo»

«Più felice della promozione? Una bugia, ma lo perdoniamo»
Un bagno di folla nelle piazze del centro quel 15 giugno 1994 per festeggiare la promozione in serie A - che mancava da 32 anni - del Padova presieduto da Sergio Giordani. Stessi...

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Un bagno di folla nelle piazze del centro quel 15 giugno 1994 per festeggiare la promozione in serie A - che mancava da 32 anni - del Padova presieduto da Sergio Giordani. Stessi luoghi e un'analoga partecipazione di gente l'altra notte, ventitré anni dopo, ad accompagnare l'imprenditore appena diventato primo cittadino della città del Santo. «Oggi sono più felice di quanto ho portato il Padova in A le sue parole nell'immediatezza perché qui era in ballo il futuro della città». Niente bandiere biancoscudate questa volta e alcuni dei tifosi più accesi presenti a Cremona quel giorno per lo storico spareggio con il Cesena, domenica hanno votato Bitonci in quanto favorevoli al progetto di vedere la squadra giocare allo stadio Plebiscito. I protagonisti di quella impresa molti dei quali ancora residenti a Padova sorridono invece all'idea di vedere alla guida della città il loro vecchio presidente. Il difensore Claudio Ottoni era un elemento cardine di quella squadra: «Sono contento per Giordani perché da neo politico e con soli cinque mesi in quel mondo ha ottenuto un obiettivo importante in una città importante. Lo davano per sfavorito e invece la sua tenacia l'ha premiato». Un po' come succede nello sport: «Dove ha operato ha sempre ottenuto successi e quando si espone i risultati arrivano ogni volta». Ma in una cosa l'ex presidente sembra già un politico navigato. «Ha dichiarato che è più contento della promozione? Per me ci scherza su ha detto una bugia. È anche vero, però, che questa per lui era una scommessa. I voti sono andati alla sua persona, non ai partiti, e lui non deluderà gli elettori».

E sempre sull'affermazione di Giordani l'ironia regna sovrana. «Ha risposto così perché la promozione è più lontana nel tempo e non se la ricorda più. Richiedamogli tra un po' se non è stata meglio la vittoria in casa della Juventus...». A parlare è Carlo Perrone uno dei biancoscudati andati a segno ai calci di rigore a Firenze nello spareggio vinto con il Genoa che regalò un altro anno di serie A. «Non vedo grandi analogie tra i due successi aggiunge se non nel fatto che parliamo sempre della stessa persona perbene che fa ogni cosa con passione. L'ho visto molto determinato e con la voglia di costruire qualcosa d'importante per la sua città. Credo svolgerà un ottimo lavoro e gli faccio il mio in bocca al lupo».
La parola a Damiano Longhi, capitano di quel Padova: «Lo conosco e so quello che può fare perché l'ho toccato con mano, anche se adesso dovrà operare in un altro mondo, con problematiche diverse. Di sicuro, come presidente, a livello organizzativo e di gestione ha già mostrato tutte le sue capacità. Il mio augurio è che riesca a portare a Padova un po' di serenità».

Un flash di Pippo Maniero, capocannoniere del Padova ai tempi della serie A: «Da presidente, oltre che come uomo, è stato eccezionale e se la squadra ha raggiunto quei traguardi è merito suo e di Marino Puggina. Adesso Lo attende un impegno non facile e gli faccio il mio in bocca al lupo perché ripeta in politica i risultati arrivati con il calcio, per lei e per il bene di tutta la città».
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Il Gazzettino