Sinistra Po, in bici verso una nuova frontiera turistica

Sinistra Po, in bici verso una nuova frontiera turistica
ROVIGO - Dopo il recente confronto via Skype tra amministratori e associazioni, per la pista ciclabile Sinistra Po si stanno valutando diverse proposte comprese le richieste di...

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ROVIGO - Dopo il recente confronto via Skype tra amministratori e associazioni, per la pista ciclabile Sinistra Po si stanno valutando diverse proposte comprese le richieste di estendere le limitazioni al traffico sulla strada arginale.


Sindaci e associazioni si sono dati appuntamento a dopo Pasqua per giungere a soluzioni compatibili con le esigenze di chi abita e utilizza la zona golenale, e Sergio Zampini è tra i privati che partecipano alla discussione a fianco delle associazioni coinvolte. L'ex presidente della cooperativa Cles partecipa come un vero e proprio promotore della mobilità ciclistica, guidato dalla passione per la bicicletta e dalla competenza che può aiutare a promuovere iniziative di cicloturismo e valorizzazione del territorio.
«I progetti attuali - ha spiegato Zampini - purtroppo continuano a considerare il Po e il suo argine come un corridoio di attraversamento per le auto, con evidenti problemi di sicurezza per chi va in bici o a piedi. Le piste ciclabili sono sì previste, ma parallele e adiacenti alle strade: utili per collegare l'argine con i centri abitati, ma lontane dal fiume e poco attraenti per il cicloturismo. Invece l'argine potrebbe essere una risorsa già disponibile per chi vive nel nostro territorio, e non capisco come possa essere lasciato in mano al traffico pesante e a lunga distanza, che lo usa come una tangenziale e come una discarica».


CORRIDOIO NATURALE
La mobilità a due ruote quindi potrebbe cambiare la Sinistra Po.
«La Sinistra Po sull'argine, che è un corridoio naturale verso il Parco del Delta del Po, significa offrire un polmone verde sempre disponibile ai cittadini e attrarre le nuove forme di turismo lento: un'offerta turistica nuova e credibile, aperta ai giovani imprenditori, anche valorizzando gli attracchi fluviali, ad esempio».
Va detto tuttavia che le proposte in discussione potrebbero non essere compatibili con una viabilità a traffico misto. La Destra Po, ad esempio, conta il 76% di pista ciclabile e il 24% di traffico misto.
«Lo scorso anno ho percorso in bicicletta oltre 6.000 chilometri tutti tra Sinistra e Destra Po e sono due mondi opposti - continua Zampini -. Qui solo a Melara, Bergantino, Castelmassa e Calto ci sono limiti al traffico. Il resto dell'argine è in mano alle auto, a eccezione di alcuni fine settimana. Soltanto regolamentando diversamente il traffico sulla Sinistra Po sarà possibile far frequentare questi luoghi anche da famiglie e turisti. Cruciale è mettere in relazione l'argine del Po con gli altri progetti analoghi sulle vie d'acque del Polesine. Non c'è molto da inventare, basta copiare bene quanto già fatto altrove».
La pandemia di coronavirus ha cambiato anche la mobilità e dopo il primo lockdown, secondo le stime dell'European Cyclists Federation, sono stati realizzati più di 1.000 km con oltre un miliardo di euro di investimenti in tutta Europa.


«Anche da noi la volontà mi sembra ci sia. I progetti, però, sono spesso stati concepiti senza una visione d'insieme. Per questo mi sono appellato alle istituzioni. Devo dire che il presidente della Provincia Ivan Dall'Ara ha colto la necessità di una regia comune. E associazioni come Assonautica, Fiab, Panathlon Club e Cicloclub hanno messo in campo le proprie competenze e sono tutte a sostegno della chiusura al traffico del traffico arginale».
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Il Gazzettino