Piscine, ripartenza a numero chiuso

Piscine, ripartenza a numero chiuso
IL CASOUDINE Le piscine comunali devono riaprire al più presto. A sollecitare la ripartenza delle vasche interne del Palamostre e di via Pradamano sono sei associazioni sportive...

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IL CASO
UDINE Le piscine comunali devono riaprire al più presto. A sollecitare la ripartenza delle vasche interne del Palamostre e di via Pradamano sono sei associazioni sportive (Polisportiva Dopolavoro ferroviario Udine, Team Udine Triathlon, Circolo dipendenti Università di Udine, G Udine Asd, Trilogia Gymnica e la stessa Orizzonti che gestisce per conto del Comune la piscina di via Pradamano), che contano «quasi cinquecento iscritti» ai corsi di attività natatorie e che hanno scritto al sindaco di Udine Pietro Fontanini e all'assessore Antonio Falcone per sapere quando potranno riprendere la loro attività e con quali regole, dopo lo stop forzato legato alla pandemia che ha messo a grave rischio la sopravvivenza stessa delle realtà più piccole.

L'APPELLO

Secondo le associazioni bisogna agire «prontamente», pur nel rispetto delle regole. «Le società sportive versano in gravi difficoltà economiche e una mancata pronta ripresa dell'attività non può che minare l'esistenza stessa delle società sportive», scrivono. I sodalizi che fanno corsi nelle vasche comunali udinesi speravano di poter riprendere dalla seconda metà di settembre, visto che ormai quasi tutte le piscine (a gestione pubblica e privata) sono «aperte ad eccezione del Palamostre e di Via Pradamano, questo chiaramente comporta un grave danno per le società», «con grande nocumento» sia per gli iscritti sia per gli agonisti e per quanti «dall'insegnamento delle discipline sportive natatoria traggono il loro sostentamento». Da qui la richiesta delle associazioni di sapere «da quando potremmo riprendere l'attività, con quali modalità, se gli spazi acqua in concessione saranno i medesimi dello scorso anno» e tutte le informazioni necessarie per potersi organizzare «visto l'handicap già accumulato rispetto a quelle società che hanno potuto ripartire già dai primi di settembre». Pronta la risposta dell'assessore Falcone. «Non abbiamo la bacchetta magica. Comprendo le preoccupazioni delle associazioni e in parte i loro ragionamenti legati alle linee guida, ma abbiamo dovuto affrontare l'emergenza step by step. Per riaprire il Palamostre e via Pradamano abbiamo dovuto redigere un protocollo delle misure da adottare, da sottoporre al comitato tecnico per la sicurezza del Comune». Una prima versione, rivela, è stata bocciata. «Ora siamo in attesa del via libera. Se avremo l'ok dal comitato via Ampezzo potrà riaprire già la prossima settimana, presumibilmente il 23 o 24 settembre. Per via Pradamano se il protocollo sarà approvato si possono ipotizzare le stesse tempistiche». Le piscine diventeranno, di fatto, a numero chiuso, con una capienza ridotta. Idem per le persone presenti contemporaneamente per i corsi. «Le vasche andranno rimodulate: al Palamostre si dimezzeranno, da 16 a 7 per corsia e questo causerà inevitabilmente una riduzione di presenze. D'altronde le linee guida ci hanno già imposto di ridurre la capienza della vasca esterna da 530 a poco più di 200». Nelle piscine interne «la presenza in vasca per le associazioni sportive sarà di 49 persone che potranno convivere nello stesso momento, pari a 7 per corsia al Palamostre, quasi la metà di prima (quando erano 16). In via Pradamano al massimo 24 persone in vasca, 6 per corsia. Saranno modificate le modalità di accesso con l'obbligo di non far incontrare gruppi fra un turno e l'altro». Meno persone, meno introiti per le associazioni. E i prezzi per corsia? «Resteranno gli stessi: noi paghiamo quattro volte di più. Ma riceveranno degli aiuti», dice Falcone. «Per le sue caratteristiche è difficilissimo rendere efficiente via Pradamano come vorremmo. Per tenerla aperta d'inverno dovremo spendere 60mila euro fra igienizzazione e personale, per far entrare al massimo 24 persone. C'era il rischio che non aprisse - ammette - ma sarebbe stato un grave disservizio. Io voglio aprirla ma devo anche stare attento ai costi».
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino