Pianti e urla: è "campo" Appiani

Pianti e urla: è "campo" Appiani
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L'interminabile viaggio si è concluso solo all'alba. Novantadue profughi arrivati da Brindisi da dove erano partiti lunedì pomeriggio a bordo di tre pullman. E la Questura per un giorno è diventato un vero e proprio centro di accoglienza. Il gruppo, il più numeroso mai arrivato finora nella Marca, era composto quasi interamente da cittadini siriani oltre a qualche palestinese e libanese. In totale 50 uomini, 20 donne e altrettanti bimbi, alcuni molto piccoli. Soprattutto interi nuclei famigliari (15 in tutto) e poi qualche singolo. Ma non è finita. Perchè sembra che altri 40 siano in arrivo oggi.

Le operazioni di identificazione e fotosegnalamento sono partite immediatamente e sono proseguite per tutta la giornata fino al tardo pomeriggio. La task force delle forze dell'ordine era composta da una quarantina di uomini tra agenti dell'ufficio immigrazione, della scientifica, delle volanti e di altre specialità della polizia, del reparto mobile di Padova, dei carabinieri del battaglione di Mestre e di alcune stazioni della provincia, di finanzieri e agenti della polizia locale. Tutti i nuovi arrivati, prima di essere identificati, sono stati sottoposti ad accertamenti clinici da parte di tre medici dell'Usl (si tratta di un ulteriore controllo dopo quello già svolto a Brindisi): gli stranieri sono stati trovati in un buono stato di salute. È stato solo necessario il trasporto al pronto soccorso per una donna incinta e per un uomo che ha avvertito un malore durante la lunga attesa nel piazzale della Questura. La donna poi in serata ha partorito: pare si tratti di un maschietto.

La Prefettura fin dalla mattinata di lunedì è stata mobilitata per fare fronte a questa nuova ondata di profughi in arrivo: la seconda nell'arco di circa 48 ore. Trentacinque, soprattutto donne e bimbi, hanno trovato sistemazione alle ex scuole Marconi di via Pasubio in città. I restanti sono stati suddivisi fra una struttura della cooperativa Codes sociale a Bonisiolo di Mogliano e la cooperativa sociale Integra di Vittorio Veneto (inizialmente avrebbero dovuto ospitare solo venti stranieri ognuna). Durante le operazioni di identificazione gli stessi agenti della Questura e la Caritas hanno provveduto a rifocillare i profughi, stremati dal gran caldo e dalla stanchezza, con acqua e cibo. Ognuno veniva fatto scendere singolarmente dalla corriera per essere accompagnato negli uffici delle volanti. E per questo ieri non era possibile accedere agli sportelli e all'ufficio denunce. Molto a rilento le operazioni di fotosegnalamento. Alle 13 solo un terzo degli stranieri aveva completato le pratiche di identificazioni. C'è anche chi ha fatto resistenza passiva: non sono mancati momenti di tensione quando questi stranieri si sono più volte rifiutati di raggiungere gli uffici e fornire le generalità. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino