PIANIGA In questi giorni quattro persone stanno lavorando a 4 metri da terra

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In questi giorni quattro persone stanno lavorando a 4 metri da terra ed entro fine mese finiranno, ghiaccio permettendo, i lavori di restauro del campanile della chiesa di San Martino a Pianiga.

I lavori erano iniziati nel mese di agosto, per sistemare la zona centrale e alta del campanile, dove le malte erano pericolosamente usurate. Già tre anni fa alcuni parrocchiani avevano segnalato la caduta di calcinacci e si era cominciato a fare dei preventivi per i lavori. C'erano poi stati alcuni rattoppi sulla parte inferiore, in modo da poter posticipare l'intervento fino a che la Sovrintendenza ai monumenti di Venezia ha finalmente dato l'autorizzazione a procedere. L'architetto Maurizio Squizzato, incaricato dei lavori, racconta come ci sia voluto un po' più tempo del previsto, come spesso accade quando si mette mano ad opere come questa, che risale addirittura al 1200: «Siamo in ritardo di circa un mese e mezzo sulla consegna perché abbiamo trovato una situazione un po' peggiore del previsto su una parte della ristrutturazione del paramento esterno. Abbiamo trovato aree più disastrate dove i mattoni si sbriciolavano letteralmente, già solo operando la pulizia col getto dell'acqua». E' stato necessario togliere molti mattoni e sostituirli e questo ha considerevolmente rallentato il ritmo.
Anche in altri punti servivano interventi più imponenti, ad esempio sull'orologio che si stava staccando. Altri consolidamenti sono stati necessari per ancorare maggiormente le decorazioni esterne (lesene) grazie a strutture in ferro inserite internamente. «Incredibile - conclude l'architetto - come stesse ancora tutto al suo posto in queste condizioni di usura, e chissà quanti campanili in giro per i nostri paesi ci sono che necessitano di interventi più urgenti di quanto sembri». Il parroco don Alberto Baldan è in attesa della restituzione del campanile alla comunità e progetta di benedirlo con una bella inaugurazione che coinvolga tutto il paese.

Sara Zanferrari
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Il Gazzettino