PIANETA ANZIANI PORDENONE «Tra gli anziani cresce l'ansia e la confusione.

PIANETA ANZIANI PORDENONE «Tra gli anziani cresce l'ansia e la confusione.
PIANETA ANZIANIPORDENONE «Tra gli anziani cresce l'ansia e la confusione. Riceviamo telefonate e richieste tutti i giorni di pensionati che pongono domande di ogni tipo. In modo...

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PIANETA ANZIANI
PORDENONE «Tra gli anziani cresce l'ansia e la confusione. Riceviamo telefonate e richieste tutti i giorni di pensionati che pongono domande di ogni tipo. In modo particolare sui percorsi da seguire per avere accesso ai servizi sociali e sanitari. A diversi quesiti riusciamo a rispondere ma per molti di questi ci servirebbero indicazioni precise da parte delle istituzioni preposte. Né possiamo limitarci a dire loro di visionare i siti dei Comuni. I numeri del contagio salgono e angoscia quanto avviene nelle strutture che ospitano anziani. Questo dovrebbe indurre ad un confronto per trovare soluzioni condivise». L'appello arriva dai sindacati dei pensionati provinciali di Cgil, Cisl e Uil. «È necessario rafforzare i presidi sanitari da un lato e dall'altro adottare comportamenti individuali rispettosi delle regole. Ma vediamo tutti che cosa in realtà è accaduto e continua ad accadere. I primi cittadini sono l'autorità sanitaria primaria nel territorio di loro competenza e in tal senso ci siamo attivati chiedendo uno specifico incontro, in prima battuta con i sindaci dei Comuni di mandamento e con i presidenti di Ambito sociale».

La prima questione è l'informazione alle persone che deve essere chiara ed indicare, a fronte delle diverse situazioni personali poste, risposte e prestazioni effettivamente esigibili. «Ricordando - aggiungono le sigle dei pensionati - che un terzo della popolazione, a cominciare da Pordenone, è anziana. Ci parrebbe utile vi fosse, allestendolo, un riferimento telefonico adeguato, veloce ed attrezzato che è in grado di aiutare, rispondere, indirizzare le persone. Uno strumento che potesse rafforzare analoghe iniziative contenute nei provvedimenti nazionali e regionali, come per esempio il recentissimo Decreto-legge Ristori. La pressione sugli ospedali deriva in buona parte anche dal fatto che non c'è una organizzazione domiciliare adeguata. Come siamo messi nei servizi territoriali? Si sta parlando riorganizzazione sanitaria e non vorremo che essa si traducesse nello spostare personale da un servizio a un altro, più che un vero e proprio rafforzamento del sistema. Ora saranno coinvolti anche i medici di medicina generale. Ci auguriamo non nello stesso ambulatori, ma in luoghi separati per evitare rischi».
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Il Gazzettino