Pettenà: «Pace d'obbligo fra la Lega e Gentilini»

Pettenà: «Pace d'obbligo fra la Lega e Gentilini»
LA PASTASCIUTTATREVISO «Spero in una pace immediata tra la Lega e Gentilini. Piaccia o non piaccia, solo se siamo uniti abbiamo la possibilità di mandare a casa Manildo alle...

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LA PASTASCIUTTA
TREVISO «Spero in una pace immediata tra la Lega e Gentilini. Piaccia o non piaccia, solo se siamo uniti abbiamo la possibilità di mandare a casa Manildo alle elezioni comunali del prossimo anno. Se restiamo divisi, non andiamo da nessuna parte e rischiamo di riconsegnare la città nelle mani del centrosinistra». Sono parole nette quelle pronunciate da Fulvio Pettenà, storico volto del Carroccio, da sempre legato a Zaia, per vent'anni presidente del consiglio provinciale. C'era anche lui giovedì sera alla cena della pastasciutta organizzata dallo Sceriffo a Santa Maria del Rovere.

Prima di andarci, aveva avvisato Dimitri Coin, segretario provinciale della Lega da tempo in rotta con lo stesso Gentilini. «Non vedo nessuna anomalia nella mia presenza sottolinea il dominus di Quinto mi sembrava di essere alla festa della Lega. C'erano oltre 200 persone. La maggior parte amministratori e sostenitori che conosco praticamente da sempre». C'era ad esempio Giorgio Granello, segretario provinciale della Lega prima di Coin. E, tra gli altri, anche il giudice Antonio Mascolo.
STELLA BLU

In quell'occasione Gentilini ha sfoderato per la prima volta la stella blu, il simbolo della civica con cui intende correre alle prossime elezioni amministrative. «Ma a Santa Maria del Rovere non ha parlato di liste evidenzia Pettenà lì ha ribadito che bisogna essere uniti, la Lega assieme a lui, se si vuole mandare a casa quel bolscevico di Manildo». «Spero che ci sia un incontro e che tra la Lega e Gentilini scoppi la pace conclude non possiamo più aspettare. Per me la trattativa è ancora aperta. Auspico che ci sia presto un faccia a faccia. Lo scontro porta a irrigidimenti e rappresaglie da una parte e dall'altra che non fanno bene a nessuno. E poi bisogna partire a tambur battente in vista delle elezioni. Manildo con la faccia da buon ragazzo sta acquisendo sempre più visibilità. Bisogna mettere in chiaro tutto ciò che non condividiamo della sua azione. Non solo dal punto di vista amministrativo, come già succede, ma anche sulla politica insostenibile che lui rappresenta».
M.F.
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Il Gazzettino