La darsena dell'Arsenale si trasforma in luogo di sperimentazione di pesci robot, mitili e ninfee artificiali per affinare con metodi all'avanguardia le ricerche sulla...
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«Questa triplice tipologia di robot recepisce i cambiamenti dell'ambiente, adattandovisi e raccogliendo i dati relativi all'habitat subacqueo anche per più settimane», ha spiegato Schmickl. Mentre il direttore di Corila, Pierpaolo Campostrini, dopo avere ricordato che con questa iniziativa «Venezia, l'Arsenale e il Cnr si confermano luoghi e partner ideali per lo studio e la sperimentazione di nuove tecnologie», si è soffermato sulle applicazioni locali dei rilevatori: «Non solo test lungo i canali e in laguna - ha precisato - ma verifiche sull'impatto del Mose, sullo stato delle paratoie e sugli effetti del passaggio delle grandi navi: un tema già affrontato da Corila in una ricerca commissionata dall'Autorità portuale, i cui risultati renderemo noti a breve. Ricerca che con l'ausilio di apparecchiature del genere, potrebbe fornire dati ancora più precisi». Ma come funziona il sistema? I mitili artificiali sono cilindri metallici che si depositano sul fondo individuando agenti biologici come alghe, plancton e pesci: costituiscono una sorta di memoria collettiva, tramite l'assimilazione e conservazione di tutti i dati. I pesci robot, invece, si muovono autonomamente in acqua proprio come un banco di pesci, con il compito di esplorare l'ambiente marino e lagunare. Ognuno di loro, in maniera individuale, raccoglie informazioni che poi comunica all'intero gruppo, innescando un comportamento collettivo. Le ninfee artificiali, infine, sono le piattaforme di appoggio degli altri robot: li trasportano in una posizione definita da coordinate Gps, rimanendo in contatto con le reti satellitari e di telefonia mobile.
Vettor Maria Corsetti
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Il Gazzettino