«Persi 15 milioni e 150 posti di lavoro»

«Persi 15 milioni e 150 posti di lavoro»
L'IMPATTOBELLUNO Dai 10 ai 15 milioni di euro di indotto e 150 persone senza lavoro. È lo scenario che si prospetta, secondo gli operatori del Colle e l'associazione Vivaio...

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L'IMPATTO
BELLUNO Dai 10 ai 15 milioni di euro di indotto e 150 persone senza lavoro. È lo scenario che si prospetta, secondo gli operatori del Colle e l'associazione Vivaio Dolomiti, qualora non partisse la stagione invernale sul Nevegal. Venerdì mattina, infatti, il sindaco Jacopo Massaro ha annunciato che l'acquisizione degli impianti da parte del Comune non avverrà prima di marzo 2021. Ma ha anche specificato che la stagione invernale potrebbe essere salvata da un accordo tra l'Alpe del Nevegal, che ha in gestione il comprensorio, e un privato che potrebbe affittarlo fino a primavera. «La chiusura degli impianti durante l'inverno ha spiegato Gianni Pastella di Vivaio Dolomiti, nella conferenza stampa di ieri mattina sul Colle rappresenterà la pietra tombale del Nevegal, la cui storia dura ormai da sessant'anni». Con ripercussioni sull'intero tessuto sociale del Colle, ma non solo.

I POSTI DI LAVORO
«Ben 150 persone non avranno più un'attività ha continuato Pastella Non capisco come mai ci siano vertenze sindacali e grandi prese di posizione da parte delle istituzioni per alcune fabbriche della provincia e poi non si faccia nulla per un comprensorio che porta al Comune un indotto economico di circa 10-15 milioni di euro. Sono soldi che mancheranno». Tra le persone che rischiano di rimanere a casa ci sono ovviamente i maestri di sci. La scuola sci club del Nevegal ne conta circa una trentina ma ce ne sono molti anche a valle. «Il rammarico è grande ha commentato il direttore della scuola Alessandro Molin Abbiamo 5mila primi ingressi all'anno e si tratta di una stazione che fa da collegamento tra la pianura e tutte le Alpi bellunesi. Inoltre le ricadute non si fermeranno qui. Basti pensare al circuito Lattebusche che muove il più alto numero di bambini in tutto il Veneto. Se continua così tra due anni morirà».
L'ESASPERAZIONE
E poi ci sono gli investimenti. Perché Alessandro Molin, in vista della stagione invernale, ha già stampato quasi tremila euro di dépliant per pubblicizzare il Colle. Soldi persi nel caso in cui gli impianti rimarranno fermi. L'esasperazione è ai massimi livelli. Tanto che qualcuno è arrivato a chiedere addirittura le dimissioni del sindaco Massaro. «Chiedo alle forze politiche di minoranza di preparare una mozione di sfiducia ha detto senza mezzi termini Checco Zaino, gestore del B&b omonimo in Nevegal - Massaro sta causando dei danni economici e di visibilità al Colle e deve prendersi le sue responsabilità». Poi ha fatto un bilancio di quest'estate: «Abbiamo lavorato molto, nonostante l'emergenza sanitaria ha raccontato . La gente è arrivata volentieri. Ma la gente deve venir qui e avere qualcosa da fare». La risposta dell'opposizione non si è fatta attendere.
L'ATTACCO
«Avevamo già chiesto le dimissioni del sindaco ha sottolineato Franco Roccon, di Civiltà Bellunese Ha inanellato una serie di bugie condite di incapacità amministrativa: dalla vecchia società new.co che voleva mettere in piedi, alla contrattazione dei contributi regionali, all'emendamento di giugno per l'incarico alla Bellunum. Sembra che voglia a tutti i costi far morire il Nevegal». La mozione di sfiducia è dietro l'angolo, o forse no. «Noi siamo pronti a presentarla ha concluso Roccon Ma occorrono 13 firme, comprese quelle del Pd. Cosa vogliono fare? Se ci stanno, lo facciamo. Altrimenti presenteremo una diffida. Di più non possiamo fare».
IL PATRIMONIO

C'è un ultimo tema legato al Nevegal. E cioè il demanio sciabile che potrebbe decadere in caso di chiusura prolungata degli impianti. «Bastano due anni per perderlo ha chiarito Gianni Pastella Le Erte sono già a rischio. E poi? È lo sci che permette le attività estive. Chi è che fa la manutenzione del territorio se non c'è un ritorno economico?». La situazione non è ancora persa del tutto. Domani, intanto, ci sarà consiglio comunale a Palazzo Rosso e una possibile, anche se difficile da realizzare, mozione di sfiducia.
Davide Piol
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino