«Per il Bellunese l'autonomia, oggi, è l'abito istituzionale affinché

«Per il Bellunese l'autonomia, oggi, è l'abito istituzionale affinché
«Per il Bellunese l'autonomia, oggi, è l'abito istituzionale affinché le politiche sul territorio si possano realizzare concretamente e positivamente». Tradotto: senza...

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«Per il Bellunese l'autonomia, oggi, è l'abito istituzionale affinché le politiche sul territorio si possano realizzare concretamente e positivamente». Tradotto: senza autonomia non si vive. Il concetto è stato espresso dalla presidente della Provincia, Daniela Larese Filon, una settimana fa, nel corso dell'ultimo consiglio provinciale. Lo stesso concetto sarà messo oggi di fronte ai sindaci, riuniti in assemblea. Un concetto che è accompagnato da due anni abbondanti di Provincia post-Delrio (con tutti gli annessi e connessi). E che si porta dietro cifre di bilanci da fame per Palazzo Piloni, e di numeri da lacrime e sangue per i servizi provinciali, scuole e strade in testa. Quindi? O autonomia, o si muore. La soluzione proposta dall'amministrazione provinciale è quella di un referendum. Ovvero chiedere ai bellunesi si vogliono maggiori forme di autonomia per la loro Provincia. La risposta pare scontata, soprattutto se si pensa a come se la passano i vicini di Trento e Bolzano. Ma sarà scontata anche la risposta dei sindaci? Spetta a loro, infatti, dare il via libera al referendum. A loro, la scelta del quesito referendario, tra i due preparati dai giuristi di Palazzo Piloni. Il primo quesito, più tecnico, chiede che la Provincia «venga ulteriormente rafforzata con il riconoscimento di funzioni aggiuntive e delle connesse risorse finanziarie, ai sensi dell'articolo 116 della Costituzione». Il secondo, più blando, chiede semplicemente «ulteriori forme e condizioni di autonomia, con le connesse risorse finanziarie». Già, il vero problema sono i soldi. Tra tagli e contributi forzosi alla finanza pubblica, Palazzo Piloni si trova quest'anno di fronte ad un deficit di 18 milioni di euro. La soluzione? Autonomia. «Questa è la nostra occasione e ce la dobbiamo giocare fino in fondo: senza il referendum, Roma non sa neppure dov'è Belluno - dice la vice presidente della Provincia, Serenella Bogana -. Credo che i sindaci saranno tutti d'accordo. Del resto, la Regione si è detta disponibile ad agganciare il nostro referendum al suo».

CONSIGLIO PROVINCIALE Prima del referendum, c'è da mandare avanti l'ordinaria amministrazione. Il consiglio di Palazzo Piloni si riunirà alle 15.30, per discutere e approvare il rendiconto della gestione 2016, il Pati (piano assetto territorio intercomunale) di Limana e Trichiana, la variante urbanistica per l'ampliamento dell'area industriale di Sedico e il regolamento per la disciplina della caccia nelle riserve alpine della Provincia di Belluno.
Damiano Tormen
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Il Gazzettino