Per i trevigiani "di piazza" era uno dei volti più familiari. Inconfondibile la figura dall'imponente statura di Gianni Turchetto. Così come il suo piglio severo, che lo faceva...
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Di professione venditore d'auto usate, Turchetto ha in realtà dedicato l'esistenza all'amore, che catalizzava tutte le sue attenzioni e migliori energie, per la cultura. Sensibile all'arte, alla poesia, fu sempre fortemente attratto dalla letteratura e partecipe di innumerevoli eventi. Prediligeva la letteratura che, calata nella trevigianità, sa esprimerne al meglio e con vivacità aspetti, toni e colori. E nessun richiamo appare più immediato di quello a Giovanni Comisso. Turchetto nella vasta bibliografia dello scrittore si aggirava in maniera disivolta. Dell'opera comissiana era non solo un cultore, in grado di spaziare con sicurezza tra questo o quel libro, ma anche un infaticabile collezionista. La sua raccolta si era venuta col tempo arricchendo di titoli ed edizioni. Questa sorta di culto lo portò a far parte della Grande giuria dell'annuale Premio letterario Comisso al quale - ricorda la presidente onoraria Neva Agnoletti - «fu fin dall'inizio fedele e attentissimo». Era oltretutto guardiano scrupoloso della memoria del suo idolo letterario. Lo sottolinea Gaetano Cappelletto rammentando che anni or sono, quand'era sindaco di Zero Branco, subì da lui una dura filippica telefonica per via di una targa sulla casa di campagna dello scrittore, che ancora mancava. «Di lì a poco - precisa Cappelletto - provvedemmo ad apporla».
L'addio a Gianni Turchetto, andatosene una settimana prima dell'edizione 2016 del Comisso, avverrà martedì prossimo alle 10 nella parrocchiale di San Bartolomeo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino