Una decisione attesa sulla pensione delle donne, un compromesso sulla grana dei poteri in campo sanitario dei presidenti di Regione, e una bocciatura sulla tassazione degli...
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LA POLEMICA - Niente di fatto invece sul tema della tassazione degli affitti turistici, in particolare quelli che passano per il sistema Airbnb. Vista la contrarietà del governo sono stati bocciati gli emendamenti, presentati anche dalla maggioranza, che prevedevano - in chiave di contrasto all'evasione nel settore - l'applicazione automatica della cedolare secca al 21 per cento. La decisione è stata salutata con favore da Confedilizia, mentre non è piaciuta al presidente della commissione Bilancio Francesco Boccia, che in particolare riguardo al ruolo del portale Airbnb parla di «Far west digitale».
Ma ieri la polemica si è concentrata in particolare sulla cancellazione dell'incompatibilità tra il ruolo di presidente di Regione e quello di commissario straordinario alla sanità. Una norma richiesta soprattutto per la Campania e ribattezzata quindi emendamento De Luca. Forti in particolare le proteste del Movimento 5 Stelle. Alla fine una proposta di compromesso presentata dal relatore Guerra prevede che l'incompatibilità tra le due figure salti, ma con una verifica affidata ogni sei mesi ai tavoli tecnici - cui partecipa il governo - per la verifica dei disavanzi sanitari.
IL TESTO - Il testo del disegno di legge arriverà poi in aula dove il governo venerdì dovrebbe chiedere la fiducia. Mentre al Senato il voto di fiducia è in programma già stamattina sul decreto fiscale, già votato dalla Camera, che contiene una parte della manovra economica. Quella di oggi sarà una giornata importante anche per il pubblico impiego. In mattinata è previsto l'incontro di Marianna Madia, ministro della Pubblica amministrazione, con Cgil, Cisl e Uil per il rinnovo dei contratti pubblici. Si profila una prima intesa che potrebbe aprire la strada ad un'intesa per aumenti da 85 euro mensili lordi. In serata poi il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare in via definitiva il decreto che riforma la dirigenza pubblica. La versione finale del testo è stata ammorbidita; non si esclude comunque uno slittamento anche se la relativa delega scade alla fine di questa settimana.
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Il Gazzettino