ROMA - Da anni vivono stabilmente all'estero, ma non hanno mai spostato la residenza dall'Italia. Una piccola dimenticanza che ha consentito loro di continuare tutti i...
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L'indagine, denominata Italians Out, è stata abbastanza complessa. Al momento della concessione dell'assegno sociale i percettori erano tutte persone ancora residenti in Italia, il trasferimento all'estero è avvenuto successivamente. Ma visto che tra i requisiti del sussidio, oltre all'età (attualmente 63 anni e 3 mesi) alla cittadinanza italiana e alle condizioni di reddito, è richiesta anche la «residenza effettiva, stabile e continuativa» sul territorio italiano, in centinaia hanno preferito evitare di comunicare il cambio di residenza. Per riscuotere l'assegno sociale (che fino al 1995 si chiamava pensione sociale) i percettori se lo facevano accreditare sul conto corrente e per non destare sospetti saltuariamente tornavano in Italia e si recavano personalmente allo sportello. Ora dovranno rispondere del reato di truffa continuata ai danni dello Stato e della collettività.
L'operazione ha riguardato 19 regioni e 81 province. La regione dove si è verificato il più alto picco di irregolarità è la Sicilia: sono stati denunciate 123 persone che, in media, hanno illecitamente percepito negli anni circa 30 mila euro ciascuno, per un totale di 3 milioni e 700 mila euro. Seguono la Campania (98 denunciati, 3 milioni 400 mila euro indebitamente percepiti), la Calabria (75 denunciati per 2 milioni 400 mila euro); il Lazio (48 denunciati per 1 milione 600 mila euro), la Puglia (29 denunciati per 900 mila euro); l'Abruzzo (32 denunciati per 837 mila euro) e l'Umbria (9 denunciati per 553 mila euro illecitamente riscossi).
Ha diritto, dietro domanda, all'assegno sociale il cittadino residente stabile in Italia che abbia compiuto 63 anni e tre mesi e che versa in condizioni economiche particolarmente disagiate. Il diritto alla prestazione è accertato in base al reddito personale per i cittadini non coniugati e in base al reddito cumulato con quello del coniuge, per i cittadini coniugati. La norma prevede che per qualunque soggiorno all'estero del titolare, di durata superiore a 30 giorni, il sussidio sia sospeso. Decorso un anno dalla sospensione, la prestazione viene revocata. L'assegno sociale non è soggetto a trattenute Irpef. Possono beneficiare del sussidio anche i cittadini stranieri residenti stabilmente in Italia da almeno 10 anni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino