Arrestato per violenza sessuale aggravata nei confronti di una quindicenne, agganciata mentre passeggiava in un parco a Levico, in provincia di Trento. Giovedì mattina gli agenti...
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L'uomo, mentre si trovava in vacanza ha adocchiato la giovane - descritta come un'adolescente fragile e sensibile, estremamente vulnerabile - in un parco in riva al lago di Levico. È riuscita a vincere la sua diffidenza grazie al cagnolino di casa, che lo accompagna ovunque, anche nei periodi di riposo tra i monti. La ragazzina si è avvicinata una prima volta per accarezzare il cagnolino, un'azione innocente. Evidentemente quello che il pensionato attendeva: a quel punto è stato un gioco da ragazzi guadagnarsi la fiducia della quindicenne. L'ha convinta a seguirlo; l'ha condotta su una panchina semi nascosta dagli alberi. E lì l'avrebbe palpeggiata e baciata. La quindicenne, inoltre, ha anche commesso l'errore di dargli il suo numero di cellulare.
Da quel momento ha preso il via un vero e proprio tormento. Il pensionato ha cominciato a bersagliare la giovane di messaggi: la polizia postale ne ha contati circa 1400 in poche settimane. Le scriveva di tutto, messaggi carichi di passione: «Amore mi manchi», «Fatti sentire», «Ti aspetto». Ma non solo. Le inviava anche regali di ogni tipo: biancheria intima, bigiotteria, le classiche ricariche telefoniche. E la quindicenne, totalmente plagiata, non riusciva a liberarsi da questa sudditanza psicologica nella convinzione di essere, comunque, amata.
Ad accorgersi di questo situazione drammatica è stata la madre della ragazzina. Si è accorta che la figlia era inquieta, ancora più chiusa e scontrosa. E non riusciva spiegarsi perché. L'ha quindi tenuta d'occhio e, controllando, il cellulare ha scoperto quella relazione così malsana. Non ha perso tempo e denunciato l'uomo alla polizia postale: «La madre - dicono dalla questura trentina - è stata molto brava nel capire che qualcosa non andava, ha esercitato un controllo accurato. E poi è venuta subito da noi per sporgere denuncia». Gli agenti hanno lavorato per giorni recuperando i tabulati dei cellulari, mettendo le mani su messaggi e telefonate.
È stata un'indagine accurata culminata con l'ordinanza di custodia cautelare in carcere chiesta dal pubblico ministero trentino Davide Ognibene e firmata dal Gidice per le indagini preliminari Marco La Ganga. Pesantissima l'accusa: violenza sessuale aggravata nei confronti di una giovanissima definita con difficoltà di apprendimento, ma in realtà solo estremamente timida e introversa. Gli agenti si sono quindi presentati a casa del pensionato arrestandolo e portandolo nel carcere veronese di Montoio.
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Il Gazzettino