PEDAVENA Nell'epoca di Youtube bastano pochi fotogrammi per entrare nella storia

PEDAVENA Nell'epoca di Youtube bastano pochi fotogrammi per entrare nella storia
PEDAVENANell'epoca di Youtube bastano pochi fotogrammi per entrare nella storia e la scena di ieri con la Maglia Bianca (leader dei giovani) Miguel Angel Lopez che schiaffeggia un...

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PEDAVENA
Nell'epoca di Youtube bastano pochi fotogrammi per entrare nella storia e la scena di ieri con la Maglia Bianca (leader dei giovani) Miguel Angel Lopez che schiaffeggia un tifoso, facendogli volare via il berrettino, è sicuramente una di quelle destinate ad entrarci. Una reazione emotiva a uno spettatore colpevole di averlo fatto cadere.

LO SCHIAFFO BELLUNESE
Una serie di schiaffi: come quelli che ieri l'intera provincia ha rifilato alla malasorte e al maltempo. «Qui gli alberi caduti per Vaia erano tre volte quelli che tutti hanno visto oggi» spiega Maria Teresa De Bortoli all'epoca di Vaia primo cittadino di Pedavena.
LA RIVINCITA
Il successo di pubblico, con migliaia di tifosi (le stime parlano di 50, 60mila presenze) accorsi ad applaudire la sfida epica tra Nibali, Carapaz e Roglic, è la dimostrazione che Belluno ha messo a segno la sua impresa. Ha vinto il suo personale Giro d'Italia. Il governatore del Veneto Luca Zaia, al termine di una giornata in cui a più riprese è stato bloccato dai tifosi che volevano scattarsi dei selfie con lui, ed ha consegnato la Maglia Rosa a quello che questo pomeriggio (salvo improbabili colpi di scena) si laureerà vincitore del Giro, fatica a celare la soddisfazione.
I GRANDI EVENTI
«Sui grandi eventi il Veneto c'è - ha spiegato - voglio ricordare che il Giro c'è perché c'è la Regione che sostiene finanziariamente queste operazioni.
Per il prossimo anno abbiamo già pronti degli effetti speciali. Spero di chiudere un bell'accordo anche per il prossimo anno.
E a renderla una giornata memorabile per il ciclismo, non è solo la rivincita di Lopez sul tifoso indisciplinato, né il forcing (vano) di Nibali ma è stato soprattutto il meteo con una giornata con il sole che nel 2019 non si era praticamente mai visto.
LA MATTINA
«Guardi questo berretto - dice Giorgio Canal mentre ce lo sventola sotto il naso - non lo lavo da cinquant'anni ha le firme di tutti i ciclisti che ho incontrato». Indossa una maglia da ciclista, che gli calza strettina, impugna un cartello che incita Nibali e urla a squarcia gola. Il ciclismo è così: passione smisurata. Canal per arrivare davanti al punto in cui i ciclisti firmano il tabellone di partenza si è portato una sedia di plastica da casa e pur sprovvisto di pass è riuscito a dribblare la ferrea sicurezza collocandosi in una posizione invidiata dai migliaia di appassionati. Quando il Giro lascia Feltre, Canal va a casa (a Santa Giustina) ma gli altri tifosi non mollano e puntano sui pullman che portano a Croce d'Aune. Qualcuno riesce a salire altri si arrendono.
SALAMELLA

Arrivare al traguardo non è impresa semplice, neppure con un motore: la strada è invasa da un mare di tifosi. I professionisti del tifo sono arrivati da giorni. Hanno gazebo, parabola, salame e salamella, griglia e bibite per campare fino al Tour de France. Un'autosufficienza che ha fatto storcere il naso anche a qualche esercente che comunque evita le polemiche. I tifosi non professionisti salgono in pullman, restano bloccati e imprecano. Quando Pello Bilbao taglia l'arrivo più di qualcuno si gode l'ombra davanti al maxi schermo, avendo la possibilità di apprezzare da vicino quello che succede nei chilometri che portano alla località Le Buse. Una bolgia infernale, un tifo smisurato. Come sempre accade qualcuno eccede. Un tifoso è riuscito a intrufolarsi nel gruppo dei migliori per spingere Primoz Roglic sul Croce d'Aune. Per lui è scattata la penalizzazione. Un altro ha fatto finire a terra la Maglia Bianca venendo schiaffeggiato. Belluno intanto ha vinto la sua Maglia Rosa.
Andrea Zambenedetti
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Il Gazzettino