ROMA - Dopo la batosta del 16 luglio, quando la candidatura di Federica Mogherini a capo della diplomazia europea nel ruolo di Lady Pesc si sbriciolò sotto i no dei Paesi del...
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Italia e Francia, unite nell'offensiva in nome della crescita e per un'interpretazione flessibile dei parametri economici, proporranno ai partner il ticket Federica Mogherini-Pierre Moscovici. La prima per il posto di Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza (la poltrona più importante dopo la presidenza della Commissione). Il secondo, ex ministro francese dell'Economia, per l'incarico di commissario agli Affari economici. Obiettivo: ottenere il controllo del portafogli più delicato, quello che in autunno dovrà dare un'interpretazione estensiva dei trattati Six pack e Fiscal compact.
Ma per spianare la strada alla Mogherini e per portare a casa la nomina di Moscovici, Hollande e Renzi dovranno sacrificare una poltrona di peso. La presidenza del Consiglio europeo. Tanto più che proprio dai Paesi del Centro e dell'Est Europa in luglio arrivarono gli stop più decisi alla Mogherini. I candidati per la successione a Van Rompuy: l'ex premier lituano Vytenis Andriukaitis o l'ex premier lettone Valdis Dombrovskis. Ma non è facile neppure la partita per Moscovici. La Francia viaggia con un rapporto deficit-Pil intorno il 4% e Angela Merkel non vede di buon occhio lo sbarco di un francese spendaccione agli Affari economici. Così è probabile che Juncker spacchetti il ministero: a Moscovici la delega per la crescita e all'olandese Jeroen Dijsselbloem (alfiere del rigore caro a Berlino) il controllo delle finanze pubbliche.
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Il Gazzettino