MOSCA - «Creare una larga coalizione contro l'Isis» e una «più stretta cooperazione» tra chi la combatte: nel loro incontro al Cremlino concordano su questo obiettivo Putin...
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All'indomani dell'abbattimento del jet militare alla frontiera tra Siria e Turchia, Mosca intanto passa alla rappresaglia economica contro Ankara. Proprio nel giorno in cui Putin incontra Hollande al Cremlino per discutere di una coalizione globale anti-Isis, la Russia annuncia la preparazione di dure misure economiche contro la Turchia. Il premier Medvedev ha annunciato che entro due giorni il governo proporrà delle misure economiche contro Ankara per «l'atto di aggressione». Mosca minaccia di bloccare il flusso di turisti russi (che vale 4 miliardi di dollari l'anno) e i voli da e verso la Turchia, ma anche di congelare o addirittura far saltare il progetto per il gasdotto Turkish Stream e quello, da 20 miliardi di dollari, per la centrale nucleare di Akkuiu. Le restrizioni potrebbero riguardare anche la cooperazione finanziaria, i dazi doganali, gli investimenti, l'edilizia e l'uso di manodopera turca, con gravi danni economici per Ankara. Intanto, se un conflitto militare tra Russia e Turchia è stato escluso già ieri dal capo della diplomazia russa, Serghiei Lavrov, tra Vladimir Putin e il presidente turco Erdogan ormai è guerra di parole. «Finora non abbiamo sentito le scuse dal massimo livello politico turco, né tantomeno le proposte di risarcire i danni e di punire i criminali per il reato commesso», ha tuonato Putin riferendosi all'abbattimento del jet russo. Pronta è arrivata la risposta piccata di Erdogan: «Se c'è una parte che deve scusarsi, non siamo noi» ma «chi ha violato il nostro spazio aereo». Ma «avremmo reagito diversamente se avessimo saputo che l'aereo era russo». E fa sapere di aver telefonato a Putin dopo l'abbattimento, e che questi non ha risposto. Da Mosca si accusa esplicitamente la Turchia di finanziare l'Isis: «Dirigenti turchi sono coinvolti nell'acquisto di petrolio dall'Isis». La Turchia reagisce: «L'Isis vende il pertolio al regime di Assad e ai Paesi che lo sostengono».
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Il Gazzettino