«Patto capestro, persi 230 milioni»

«Patto capestro, persi 230 milioni»
Opposizione di centrodestra scatenata nei confronti del Governo regionale, della presidente Debora Serracchiani e del Patto che ha sottoscritto con il Governo, firmato dal...

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Opposizione di centrodestra scatenata nei confronti del Governo regionale, della presidente Debora Serracchiani e del Patto che ha sottoscritto con il Governo, firmato dal ministro per le Finanze, Pier Carlo Padoan, dopo aver quantificato che la Regione ha perso 230 milioni. «È in preparazione una mozione per impugnarlo per illegittimità costituzionale», ha anticipato il capogruppo di Fi, Riccardo Riccardi.

A fornire benzina questa volta - dopo che la Sezione di controllo della Corte dei conti ne messo in luce lo sbilanciamento del Patto finanziario a favore dello Stato che può cambiare unilateralmente le carte in tavola - è la Corte costituzionale, con la sentenza 125 del primo luglio. In essa, su ricorso delle Province di Trento e Bolzano stabilisce l'illegittimità costituzionale della legge del 2012 che dettava disposizioni urgenti per la revisione della spesa sanitaria con invarianza dei servizi a cittadini, nella parte in cui per queste reatà fissa i standard dei posti letto; l'illegittimità costituzionale della stessa norma in cui applica la riduzione del finanziamento del Sistema sanitario nazionale alla Valle d'Aosta, che ha avuto ragione anche sulla legge di stabilità 2013.
A far scattare l'opposizione sono le motivazioni addotte dalla Corte, la quale specifica che «lo Stato non ha comunque titolo per dettare norme di coordinamento finanziario che definiscano la modalità di contenimento di una spesa sanitaria interamente sostenuta da tali enti», in questo caso le due Province autonome. Esattamente ciò che accade anche in Friuli Venezia Giulia per la quale, però, la Corte ha decretato la cessazione della materia del contendere proprio a seguito del Patto Padoan-Serracchiani, nel quale la Regione si è impegnata a rinunciare al ricorso che aveva presentato nei confronti delle stesse norme e anche agli effetti positivi che dovessero derivare da pronunce di accoglimento di ricorsi presentati da altre regioni.
«Dopo la Corte dei conti oggi anche la Corte costituzionale ha di fatto sentenziato la sciagura del patto Padoan Serracchiani», ha sentenziato Riccardi che ieri in commissione consiliare si è fatto stimare dal Governo regionale «la perdita derivante dall'aver rinunciato ai benefici derivanti dagli esiti positivi dei ricorsi e quantificabile in 230 milioni». Ma ancor prima dei soldi, l'attacco a Serracchiani è perché «la Corte ha riconosciuto e accolto formalmente i principi fondanti dell'autonomia regionale», attraverso una decisione che Riccardi definisce «storica», perché afferma che «lo Stato non può mettere le mani nelle nostre tasche su materie, come la sanità, che la Regione si paga da sola senza contributi da Roma».
Sul punto è intervenuto anche il capogruppo di Ar ed ex governatore, Renzo Tondo: «L'inopportuna decisione della Serracchiani di non ricorrere ha fatto sì che il Friuli Venezia Giulia diventasse il bancomat di Renzi».

L'assessore regionale alle Finanze, Francesco Peroni, ha ribattuto che «il patto Serracchiani-Padona dà certezza ai conti della Regione e la certezza è un valore in sè». Se poi di «tutela dell'autonomia speciale si vuole parlare - ha aggiunto -, l'azione dell'esecutivo si è indirizzata su molteplici fronti, non riassumibili nei soli accordi finanziari tra Stato e Regione, come le norme di attuazione della fiscalità di vantaggio e l'elaborazione normativa in corso in tema di fisco delle autonomie locali».
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Il Gazzettino