Partecipate, fusioni e risparmi

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Dal commissario per la revisione della spesa (spending review) Carlo Cottarelli è recentemente giunta l'indicazione verso una razionalizzazione delle società partecipate dagli enti locali, che si concretizzerà in un pacchetto di disposizioni normative - all'attenzione del Consiglio dei Ministri del 29 agosto 2014, da recepirsi nel decreto legge “Sblocca-Italia” – che mira ad accorpare, ridurre e a migliorare in termini di maggiore efficienza le società che erogano servizi pubblici locali.

In questa ottica il Comune di Venezia deve (ed è in ogni caso opportuno) ridurre le proprie società partecipate. Restando al trasporto pubblico locale, la situazione ad oggi è questa: il Comune di Venezia è azionista al 100% di Avm – Azienda Veneziana della Mobilità spa (organico medio aziendale al 2013: 157 persone, 5 consiglieri di amministrazione e collegio sindacale), la quale a sua volta controlla tre società (andranno anche “disboscate” le partecipazioni di queste ultime, così come indicato dalla Corte dei Conti).
Ha senso mantenere in vita queste partecipate? Per la più parte no davvero.
1)Pmv – Società del Patrimonio per la Mobilità Veneziana spa, con organico medio aziendale nel 2013 di 11 persone, un amministratore unico e il collegio sindacale. Una volta ultimato il tram, la società non ha più ragion d'essere, e andrà fusa per incorporazione in Avm spa divenendone una divisione interna.
2) Vela spa, con organico medio aziendale nel 2013 di 241 persone, un amministratore unico e il collegio sindacale. In sostanza, la società si occupa della vendita di titoli di viaggio e della organizzazione di eventi. Venga fusa per incorporazione in Avm per quanto riguarda la vendita dei titoli di viaggio (divenendo divisione di Avm, mantenendo per i dipendenti di provenienza Vela contratti Ausitra, ma meglio sarebbe inquadrarli nel Ccnl del Commercio). Quanto all'organizzazione di eventi, se ne occupi il Comune di Venezia (dovrà essere nominato un assessore con questa precisa delega, evitando di ripetere l'infelice “spacchettamento” di cui all'ultima Giunta politica comunale). Quanto alla gestione del marchio di Venezia, si impone un ripensamento radicale, tale da farlo rendere davvero, non come ora. L'esempio da seguire è quello dello Stato di New York.
3) Actv spa, con organico medio aziendale nel 2013 di 2.732 persone, 5 consiglieri di amministrazione e il collegio sindacale. Per questa società ad oggi la valutazione, a mio avviso, è un po' diversa, ovvero è opportuna la fusione per incorporazione in Avm soltanto se, in tal caso, sia consentito a quest'ultima svolgere anche attività commerciale. Compito dell'azienda è quello di fornire il più efficiente e capillare servizio di trasporto pubblico locale, sia nel servizio automobilistico che in quello di navigazione. Come noto, il primo si regge anche grazie agli introiti del secondo. Ebbene, gli introiti da navigazione possono essere ulteriormente accresciuti, soprattutto se, finalmente, Actv (o Avm) si avvarrà della possibilità di svolgere attività commerciale, il che ad oggi le è consentito fino al 20% della propria attività. Per essere più precisi: i servizi - ad oggi soltanto formalmente di linea, ma in effetti commerciali - lungo il Canal Grande e il servizio da e per l'aeroporto non possono più essere regalati a società terze (che opportunamente Actv spa non partecipa più). Actv si doti di imbarcazioni in grado di navigare lungo il Canale di Tessera così da effettuare il collegamento Canal Grande – Aeroporto e svolgere anche quel servizio così redditizio (così facendo, di quanto si apprezzerebbe il valore delle azioni della società per l'eventuale quotazione in Borsa?). Actv si riappropri dell'utilizzo esclusivo dei pontili lungo il Canal Grande, offrendo servizi dedicati ai turisti. Con una raccomandazione: la precedenza devono sempre averla le imbarcazioni di linea (da intensificare nel numero e nella frequenza). Ai cittadini del Comune di Venezia e chi a Venezia lavora va data sempre la precedenza!

Una società unica con più divisioni operative è dunque a mio avviso il modello organizzativo da realizzare, così da eliminare tre organi di amministrazione, tre collegi sindacali e mettere a fattore comune alcuni servizi (legale, tecnologie, amministrazione, personale, solo per dirne alcuni) eliminando molte posizioni dirigenziali, spendendo meno e meglio centralizzando gli acquisti (si pensi al gasolio, alle mense, alla cancelleria, all'energia,...). Se il Commissario non se la sentisse di accorpare in una sola le società che si occupano del trasporto pubblico locale veneziano, toccherà al prossimo sindaco. Il tempo di cambiare è Adesso!
*Partito democratico

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Il Gazzettino