ROMA - Sette Regioni con partecipate in 'profondo rosso' con le perdite che superano di gran lunga gli utili. In totale oltre 7mila organismi censiti a giugno di quest'anno, di...
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A presentare il loro piano in alcune aree anche gli altri enti chiamati in causa dalla Stabilità, come le Camere di commercio (ad esempio alcune abruzzesi, liguri e siciliane) o le Università (come quella di Trento, Messina, Palermo e due friulane) o le autorità portuali (quella di Palermo e quelle liguri). Il 17,55% dei Comuni (1.414 su 8.057), comunque, non ha alcuna partecipazione, anche se i municipi che non ne hanno sono piccoli o piccolissimi, visto che rappresentano circa il 7% della popolazione.
E alcune delle Regioni che più prontamente hanno risposto all'appello sono anche quelle dove si registrano rossi consistenti: in cima alla lista la Sicilia, dove le perdite delle partecipate superano di gran lunga gli utili (117 milioni contro 36). Ma vanno male anche gli organismi di Umbria, Lazio (dove si registra un divario fortissimo in particolare nelle società al 100% pubbliche, 31,9 milioni di perdite contro 4,4 di utili), Abruzzo, Molise, Campania e Calabria. Quasi 2mila, delle oltre 7mila censite, si legge nella relazione, sono gli organismi a totale partecipazione pubblica (1.898 con uno o più enti partecipanti), che salgono al 70% del totale se si aggiungono anche quelle con una prevalenza dei soggetti pubblici rispetto ai privati (in tutto 5.422, di cui 3.800 hanno forma societaria). Guardando alle 4.395 partecipate di cui è disponibile il bilancio 2013, la Corte dei Conti osserva poi che gli enti locali prediligono gli affidamenti in house, visto che «le gare con impresa terza» sono «soltanto 90, su un totale di 26.324 rapporti tra enti e organismi» e gli affidamenti a società miste «366». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino