Parco Montirone, tornano le terme

Parco Montirone, tornano le terme
Era dalla metà del '900 che le vasche del Montirone non contenevano acqua termale. Circa 300 persone, ieri pomeriggio, hanno partecipato alla riapertura del colle-giardino che...

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Era dalla metà del '900 che le vasche del Montirone non contenevano acqua termale. Circa 300 persone, ieri pomeriggio, hanno partecipato alla riapertura del colle-giardino che è simbolo del termalismo Euganeo e hanno potute vederle fumanti. Due anni di chiusura e lavori per riportarlo all'antico splendore. Particolarmente complessi quelli all'impianto idrico. Tutto possibile grazie a un contributo della Regione e alla volontà dell'amministrazione comunale che aveva il recupero del luogo nel proprio programma elettorale, ha ricordato il sindaco Luca Claudio. Interventi anche sul giardino: «Soprattutto potature mirate, non come quelle eseguite nei giardini del Kursaal», ha detto il consigliere delegato al verde, Massimo Barcaro. Per il primo cittadino è stata la prima uscita pubblica, preceduta in realtà da quella alla mostra mercato del fumetto Abano Comix, dopo essere stato raggiunto la settimana scorsa da un avviso di garanzia per concussione e corruzione. Claudio dopo il taglio del nastro è rimasto al cancello del Montirone, dietro di lui, in fila, assessori e consiglieri di maggioranza a dare il benvenuto ai cittadini che entravano. Moltissimi hanno salutato il sindaco con calore, gli hanno stretto la mano, gli hanno dato una pacca sulla spalla. «In questo momento serve molto», ha confessato lui poco dopo. In uno dei due padiglioni del Montirone ha accolto il Mueso del Vetro ospitato in precedenza a Montegrotto. Per l'occasione è stato possibile apprezzarne le opere grazie a delle visite guidate. Durante la cerimonia si è svolta anche la rievocazione storica "Il Principe Tiberio e l'oracolo di Gerione".

«Il recupero del Montirone era un sogno, qui l'acqua termale si può respirare, vivere, toccare. È il luogo più romantico della nostra città», ha detto il sindaco Luca Claudio. Nel breve discorso anche un accenno alla sua vicenda giudiziaria: «Il periodo non è facile. Andremo avanti a lavorare fino all'ultimo giorno possibile. Questa mattina, sui giornali, leggevo di un mio impero. Si fa confusione con la storia romana. C'era la gens Claudia. Non ho un'impero. Ma qui sono arrivati i miei eserciti che ringrazio. Andremo avanti a testa alta. Credo che a infangare una persona si infanghi l'intero territorio». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino