Parco del Delta, il futuro si tinge di rosso-verde

Parco del Delta, il futuro si tinge di rosso-verde
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Lo sviluppo del Parco del Delta obiettivo bipartisan del consigliere regionale del Pd Graziano Azzalin e dell'assessore regionale della Lega Nord Cristiano Corazzari. Dopo un lustro i due polesani a Palazzo Ferro Fini e a Palazzo Balbi si sono confrontati di nuovo alla Festa de'Unità di Santa Maria Maddalena. Cinque anni fa erano entrambi freschi di prima elezione nel Consiglio regionale del Veneto. Oggi le cose sono cambiate, con Azzalin, candidato più votato del Polesine, e Corazzari, nominato dal governatore Luca Zaia assessore, seppur non sia stato eletto in Consiglio, con deleghe di peso quali l'Urbanistica e appunto, i Parchi.

«Il rosso e il verde, due visioni a confronto sulle politiche locali, regionali e nazionali» è stato il tema del confronto che ha visto protagonisti i due, intervistati da Luca Gigli, vice caposervizio de Il Gazzettino. Corazzari ringrazia il presidente del Veneto per avergli dato l'occasione di rappresentare il Polesine in giunta: «Spesso fatichiamo a far valere la nostra terra. Quindi ora dobbiamo cerchiamo di fare massa critica portando avanti le questioni oggettive del nostro territorio. Mi ritrovo con una nuova veste, un po' differente. Da consigliere ad assessore. Ringrazio Zaia che ha scelto una figura da poter inserire nella giunta come esterno per dare peso al nostro Polesine. Cosa vogliamo fare? Ho un assessorato composito, ma una cosa è certa: avrò un approccio completamente diverso rispetto al passato per quanto riguarda il governo del territorio».
La questione del Parco del Delta è centrale: «Dev'essere un veicolo di promozione e di sviluppo. Si deve veicolare la promozione naturalistica e non solo. Quando otterremo questo avremo una vera utilità e non una mera burocratizzazione dell'istituzione».
Azzalin rimarca come le cose siano cambiate rispetto alla precedente amministrazione regionale: «È parso che fino ad ora tra maggioranza e opposizione si sia fatto più baruffa che squadra. La sfida importante è quella di fare una politica complessiva di questi territori, in maniera armonica. Maggioranza e opposizione si devono confrontare in maniera organica. Non si può essere sempre contro. Siccome si hanno ruoli che nel territorio sono diversi, non vuol dire che in Regione non si possa fare squadra per il bene della propria terra. A Venezia si hanno interessi comuni e si deve convergere su scelte che promuovano lo sviluppo di territorio».
Fino alla passata legislatura «è vero che c'erano baruffe. Io sono contento che le cose sono cambiate. Sono contento che l'assessore Coppola non ci sia più, perchè non voleva fare squadra. Siamo la provincia più piccola. Si può lavorare assieme, ma serve un po' di coraggio».
Per quanto riguarda il parco, per il democratico «bisogna fare il salto di qualità. Apriamo gli orizzonti. Se vogliamo saperci proporre rispetto allo scenario che ci apre il marchio Unesco, allora impariamo a saperci proporre oppure non ne verremo fuori. È una questione di volontà politica».

Corazzari è d'accordo: «Sono distanti i tempi in cui i cittadini bloccavano la Romea contro il Parco perchè avevano paura dei limiti che avrebbe proposto. Lo vedevano come una minaccia. Sono tempi davvero lontani. Esistono ancora categorie che vedono nel parco un'entità problematica: voglio lasciare un segno nel far funzionare quello che ancora oggi riscontra dei limiti che devono andare superati».
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