Paolo Balduzzi Se volessimo giocare con le parole, potremmo affermare che con le dimissioni di Conte presentate ieri al...
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Se volessimo giocare con le parole, potremmo affermare che con le dimissioni di Conte presentate ieri al Quirinale si è ufficialmente aperta la crisi pilotata più al buio della storia. In altri termini, l'ottimismo dimostrato dal presidente del Consiglio uscente, che conta di riavere l'incarico alla fine delle consultazioni, non appare affatto giustificato. Sia per questioni meramente numeriche, sia - e soprattutto - per questioni politiche.
Le questioni numeriche sono facili da esporre e da comprendere: Conte non ha la maggioranza assoluta al Senato. Lo provano le ultime votazioni di fiducia incassate proprio dal governo: nato con 169 voti a favore al Senato nel settembre 2019, negli ultimi sei mesi non è mai andato sopra quota 159 (luglio 2020), anche quando Italia Viva era ancora parte del Governo. E, naturalmente, lo prova l'aver voluto evitare - o perlomeno depotenziare - la votazione sulla relazione del ministro della Giustizia Bonafede, prevista per questa settimana.
L'aspetto cruciale, tuttavia, è che ancora non si comprende, né intravede, il progetto politico che dovrebbe sostenere un eventuale Conte ter. Inutile in questa sede vagliare tutte le possibili carte in mano ai giocatori.
Ciò che invece interessa di più rilevare è che questa crisi comporterà ulteriori ritardi rispetto a quelli - già gravi - che il nostro Paese ha accumulato in questi mesi. (...)
Segue a pagina 23
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Il Gazzettino