Pani: «È diventata un centro di smistamento»

Pani: «È diventata un centro di smistamento»
Venire qui comporta un impegno, la piena consapevolezza e la volontà...

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Venire qui comporta un impegno, la piena consapevolezza e la volontà di portare avanti un lavoro che richiede del tempo e non solo la necessità di affrontare l'emergenza provocata da una crisi di astinenza da uso di stupefacenti. Nel corso del 2016 il Ser. D. di Mestre di via Calabria, il servizio dipendenze dell'Ulss 3 per Venezia e la terraferma, ha preso in carico 1112 persone, di tutte le fasce sociali, con problemi derivanti da uso di sostanze stupefacenti, di cui 200 sono nuovi ammessi. Di questi, 60 hanno meno di 19 anni, 91 hanno tra i 20 ed i 24 anni, 161 tra i 25 ed i 29, 302 tra i 30 ed i 39, 118 tra i 40 ed i 44 e 380 ne hanno dai 45 in su, e in molti casi si tratta di persone che vengono seguite da oltre 20 anni. Chi si presenta al SerD viene subito sottoposto a un primo colloquio a cui segue una fase di valutazione che avviene attraverso una visita medica ed esami tossicologici, necessari per effettuare una diagnosi di abuso o di tossicodipendenza da oppiacei che, entro un massimo di 6 giorni, come prevedono i protocolli, può prevedere l'assunzione di metadone o di buprenorfina. Ma la terapia farmacologica costituisce solo una parte di un trattamento integrato che può prevedere l'intervento di assistenti sociali, psicologi ed educatori e l'invio a comunità terapeutiche. Sono i ragazzi più giovani che destano maggiore allarme tra chi opera nel SerD. Stiamo riscontrando un diffuso poliuso di sostanze - spiega il dr. Alessandro Pani, direttore del servizio di Mestre - cioè l'abitudine molto pericolosa di mescolare sostanze diverse, specie durante i week end. Tra gli utenti 8 su 10 fanno uso di eroina, fumata iniettata o sniffata. Il restante 20% consuma cannabis o cocaina. Una parte delle persone prese in carico presenta altre patologie, psichiatriche o infettive, e queste devono essere trattate in modo integrato anche in altre strutture sanitarie specialistiche quali, ad esempio, il dipartimento di salute mentale. Negli ultimi anni il territorio mestrino è diventato un importante crocevia del traffico di sostanze stupefacenti ed il SerD rappresenta un indicatore indiretto dello spaccio. Mestre è un centro di smistamento di sostanze - ricorda il dr. Pani - e come SerD abbiamo riscontrato un incremento dell'utenza che non è più costituita sono da italiani ma sempre di più da residenti stranieri che prima non venivano, anche perché temevano che avessimo un contatto diretto con le forze dell'ordine, cosa che non è e non può essere. Un rapporto stretto, invece, il SerD di Mestre lo mantiene con il Comune di Venezia, che per affrontare il problema delle tossicodipendenze gestisce un'Unità Operativa di Strada. In passato ci sono stati problemi ed incomprensioni - spiega Alessandro Pani - ma oggi la collaborazione con l'amministrazione comunale è piena e sta dando buoni risultati.

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Il Gazzettino