Palù: «A Venezia un centro mondiale sulle pandemie»

Palù: «A Venezia un centro mondiale sulle pandemie»
IL PROGETTOVENEZIA «Venezia è la città ideale per ospitare un Centro internazionale di ricerca e formazione sulle pandemie, a partire da questa da Covid». A lanciare la...

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IL PROGETTO
VENEZIA «Venezia è la città ideale per ospitare un Centro internazionale di ricerca e formazione sulle pandemie, a partire da questa da Covid». A lanciare la proposta, a sorpresa, è Giorgio Palù, docente emerito dell'Università di Padova, già presidente della Società italiana di Virologia. Il luminare ha già sottoposto l'idea alle istituzioni deputate, in primis il governatore Luca Zaia, la direttrice del Sistema di Prevenzione e Sanità pubblica Francesca Russo e il direttore generale dell'Ulss 3 Serenissima Giuseppe Dal Ben. Palù ha spiegato bene cos'ha in mente: «L'ospedale Civile si presterebbe bene ad accogliere questa struttura di osservazione sanitaria dove potrebbero convergere tutti i migliori specialisti del mondo per studiare e approfondire il problema delle pandemie che, ricordiamocelo, sono destinate ad esserci e anche ad aumentare in futuro», ha affermato, per poi aggiungere a margine: «Nella sua storia Venezia ha attraversato varie pestilenze, ricordiamo l'istituzione dei due lazzaretti, i voti popolari per la liberazione dalla malattia. La città, insomma, ha insegnato parecchio al mondo anche sotto questo profilo, con esperienze drammatiche che poi hanno sortito passi in avanti in termini di analisi e cure. Inutile dire, poi, quanto il nome Venezia possa attirare i migliori professionisti di ogni continente che ai Santi Giovanni e Paolo potrebbero trovarsi per creare una vera e propria congregazione sulla pandemia. La vocazione internazionale di Venezia sarebbe un valore aggiunto per realizzare un centro di formazione e di ricerca considerando che adesso abbiamo da sconfiggere il Covid, ma di queste pandemie ce ne saranno sempre di più. Ecco perché è fondamentale creare un centro dove studiare tutti assieme alla luce dei dati disponibili, sul piano epidemiologico, sierologico, immunologico. Di fronte a queste sfide dobbiamo essere preparati e pronti a rispondere».

PREOCCUPAZIONI
In un dibattito webinar promosso dall'Ordine dei medici e odontoiatri di Venezia nell'ambito di Vis, acronimo di Venezia in salute, Palù ha fatto il punto su come l'emergenza sanitaria di questi mesi abbia colpito la società, con le orecchie tese all'aumento della curva dei contagi e alle nuove misure di contenimento che si profilano: «Oggi la maggior parte dei contagiati è asintomatica, solo il 5% presenta sintomi ha rilevato Palù . Ma se a marzo l'età media dei contagiati era di 65 anni, oggi siamo scesi a 42. La situazione è tornata a preoccuparci, l'11% dei tamponi che vengono effettuati sono positivi. Il virus è mutato, ma non è detto che sia più letale: si calcola che la mortalità sia attorno allo 0,3-0,6%, cioè circa 5 persone per mille, di più dell'influenza, ma meno di altre malattie. Ora, però, servono misure più restrittive, basti vedere gli affollamenti a bordo degli autobus o nei locali. Non credo ha concluso il professore che il virus scomparirà o che poi tornerà, credo che si adatterà, diventerà stagionale e dovremo conviverci. Una cosa dev'essere chiara: non sono i tamponi che azzereranno i contagi, servono provvedimenti».

Una posizione condivisa dal presidente dell'Ordine veneziano e numero due di quello nazionale Giovanni Leoni, che aspetta le valutazioni del Comitato tecnico scientifico e le mosse del governo, ma avverte: «Vista la curva dei contagi di queste ultime due settimane, serve un'immediata inversione di tendenza se non vogliamo ritrovarci con le terapie intensive piene».
Alvise Sperandio
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Il Gazzettino