Palazzo Celio come Fort Alamo contro gli esuberi

Palazzo Celio come Fort Alamo contro gli esuberi
Dipendenti della Provincia sul piede di guerra. Ieri mattina anche a Rovigo, come nel resto dei palazzi pubblici degli altri...

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Dipendenti della Provincia sul piede di guerra.

Ieri mattina anche a Rovigo, come nel resto dei palazzi pubblici degli altri enti in tutto il Veneto, è esplosa la rivolta dei lavoratori che si sono riuniti in un'assemblea permanente, con volantinaggi all'esterno della sede. Uno stato di agitazione che sfocerà nel suo culmine lunedì a Treviso quando le manifestazioni provinciali si uniranno in un unico coro regionale, a Sant'Artemio in occasione dell'incontro tra i presidenti delle Province venete. D'altronde la posta in gioco è alta: rischiano di restare senza lavoro 140 persone già a marzo, come hanno spiegato i rappresentanti sindacali annunciando la protesta nel giorno dell'approvazione della legge di stabilità. La partita è quella della soppressione delle Province e l'epilogo non è ancora stato scritto: la legge ha deciso tagli del 50% nelle Province in forza dello spoglio di funzioni imposto all'ente al quale corrisponderà anche a una minore necessità di dipendenti. Dove finiranno gli esuberi? Non è dato sapersi. Ed è questo il principale motivo dell'ansia tra i lavoratori.
«Non sappiamo ancora dove saremo assegnati, a gennaio lavoreremo per un ente che non ha più funzioni da gestire» sbotta Marina Paparella, Rsu della Funzione Pubblica. Insieme a lei, dopo la riunione del personale dell'altro giorno, anche i rappresentanti sindacali Giovanni Franchi (Cgil), Andrea Ricci (Cisl) ed Eugenio Malaspina (Uil).
Cosa succederà in questi giorni lo spiega sempre Paparella: «Abbiamo iniziato questa mattina (ieri, ndr) e continueremo con l'assemblea permanente fino a lunedì. Non resteremo qui di notte, ma solo fino a mezzanotte, anche se c'era l'intenzione di mantenere un presidio fisso 24 ore su 24. Ci sarà sempre qualcuno che resta nel Palazzo e siamo pronti a dare spiegazioni a tutti coloro che vorranno venire qui a trovarci per sapere cosa stia succedendo. Appena avremo l'occasione procederemo con i volantinaggi». Ieri mattina il primo big passato per Palazzo Celio è stato il segretario provinciale della Cgil Fulvio Dal Zio. Nel pomeriggio anche il deputato Diego Crivellari, il consigliere regionale Graziano Azzalin e l'ex assessore Guglielmo Brusco, hanno portato la loro solidarietà agli occupanti.
Nel frattempo nell'atrio campeggiano gli striscioni dell'assemblea permanente mentre in sala Badaloni procedono incontri e discussioni. Quel che si riesce a intuire però è la grande preoccupazione dei lavoratori per il caos sul riordino delle Province e le ricadute che questo ha sui servizi e sul ricollocamento delle professionalità.

«Tutto questo sta assumendo contorni drammatici» evidenziano a una sola voce. La legge 56 sul riordino delle Province definisce le funzioni statali che rimangono, in attesa di accordi in conferenza unificata tra Stato e Regioni. Le funzioni, che sono l'ossatura delle Province, non sono ancora state definite. L'assessore regionale Ciambetti ha incontrato le organizzazioni sindacali promettendo la convocazione di tavoli di confronto «ma nulla è ancora stato fatto - ribadiscono i dipendenti - e noi non sappiamo quale sarà il nostro futuro».
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Il Gazzettino