Palancole sul canale dei Petroli, no degli ambientalisti

Palancole sul canale dei Petroli, no degli ambientalisti
PORTO & LAGUNAVENEZIA Altolà degli ambientalisti al progetto per la protezione del canale dei Petroli che martedì sarà discusso in commissione di Salvaguardia e che ripropone...

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PORTO & LAGUNA
VENEZIA Altolà degli ambientalisti al progetto per la protezione del canale dei Petroli che martedì sarà discusso in commissione di Salvaguardia e che ripropone il marginamento a scogliera con una soluzione urgente e provvisoria fatta di palancolate metalliche. Progetto che nel 2014 era stato fermato, sempre dalla Salvaguardia.

«Chiediamo di fermare nuovamente questa progettazione stravolgente e incompatibile con la laguna - affermano Michele Boato (Ecoistituto del Veneto), Lidia Fersuoch (Italia Nostra), Giampaolo Pamio (Lipu) e Marco Zanetti (Venezia Cambia) - e di far invece rielaborare il progetto con finalità e modalità coerenti con il Piano morfologico del 1993 e con il Palav del 1995».
L'allarme è stato dato ieri dalle associazioni affinché i componenti della Commissione possano pronunciarsi seguendo il percorso di quattro anni fa, cioè della bocciatura, essendo le palancole e le scogliere in pietrame materiali vietati per gli interventi in laguna.
«Nel tratto in esame- dicono - di fronte alla cassa di colmata B - come evidenziato dalle ricerche di Ca' Foscari e del Cnr, si devono ridurre le grandi onde che sono la causa dell'erosione dei bassifondi e delle casse di colmata e dell'interramento del canale Malamocco-Marghera: bisogna ridurre la dimensione e soprattutto la velocità delle navi più grandi e contrastare con morfologie lagunari (dossi, motte, barene) gli spostamenti dell'acqua indotti dal vento. Invece questo progetto ripropone le scogliere di fronte alla cassa di colmata B, soluzione già bocciata quattro anni fa».
Il progetto presentato allora era stato pensato anche in funzione di un allargamento del canale in funzione della prospettiva di deviazione del traffico crocieristico dalla bocca di porto del Lido a quella di Malamocco.

Allora, durante una discussione durata due ore, in Salvaguardia si rischiò lo scontro tra i ministeri delle Infrastrutture e dell'Ambiente. Tra gli elementi contestati, una scogliera in pietre da tre tonnellate l'una, in grado di separare la laguna di Mira da quella centrale, con barene traslate realizzate con lo scavo di fanghi più o meno inquinati proveniente dal canale stesso. Il rappresentante dell'Ambiente, Stefano Boato aveva ricordato che il Porto ai tempi della gestione Bonicciolli si era impegnato a non aumentare la dimensione dei navigli in laguna, con pescaggi utili pari a 10 metri, mentre successivamente poi era ricomparsa l'intenzione di riportare i fondali a meno 11 metri e mezzo, ritenuta una soglia di pescaggio fondamentale per non perdere i traffici. (m.f.)
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Il Gazzettino