Paghe dei preti a rischio, finanziamenti azzerati e stop ai trasferimenti alla diocesi.

Paghe dei preti a rischio, finanziamenti azzerati e stop ai trasferimenti alla diocesi.
Paghe dei preti a rischio, finanziamenti azzerati e stop ai trasferimenti alla diocesi. L'uragano Veneto Banca fa saltare anche i conti della Chiesa. L'istituto per il...

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Paghe dei preti a rischio, finanziamenti azzerati e stop ai trasferimenti alla diocesi. L'uragano Veneto Banca fa saltare anche i conti della Chiesa. L'istituto per il sostentamento del clero di Treviso ha perso 1,5 milioni. Primo effetto del buco: quest'anno l'ente diocesano non riuscirà a versare un euro per pagare gli "stipendi" di 400 sacerdoti. I soldi sono spariti sotto il crollo del valore delle azioni della banca. Negli anni l'istituto che amministra le proprietà della Chiesa ne aveva collezionate quasi 50mila (49.140). E adesso non valgono quasi più nulla.

«Non riusciremo a versare la nostra quota all'istituto centrale di Roma per la remunerazione mensile dei sacerdoti - conferma il presidente don Giuseppe Minto - oggi, invece di portare il nostro contributo, dobbiamo chiedere la solidarietà degli altri». Questo vuol dire che l'integrazione allo stipendio dei preti verrà pagata solo grazie agli aiuti provenienti dalle altre diocesi italiane e agli introiti dell'8 per mille. Ma come mai l'ente che gestisce il patrimonio ecclesiastico aveva quel tesoretto in Veneto Banca? «L'istituto è un ente economico. A volte capita che in un periodo di incertezza si preferisca fare un risparmio, assolutamente non speculazione. Ci era stato dato come un risparmio sicuro». E alla fine ci si è ritrovati con un buco di 1,5 milioni. L'istituto è prudente sulla situazione di Veneto Banca. Ma non rinuncia a qualche pesante precisazione. «Chi è responsabile dell'accaduto dovrà rispondere. In primis alla propria coscienza, alla comunità e alle persone danneggiate. Noi, però, vorremmo rimanere un po' a distanza - conclude don Giuseppe- sembrava che tutto tornasse dal punto di vista della conoscenza, delle garanzie, dell'eticità dell'investimento per aiutare, lo sottolineo, lo sviluppo del nostro territorio. Invece il patto nato con le banche rurali e popolari è franato».
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Il Gazzettino