LO SPETTACOLOL'opera ritorna alla Fenice. È l'occasione per ascoltare un Vivaldi diverso. Ecco Ottone in villa, opera del Prete Rosso con la quale il Teatro veneziano si presenta...
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L'opera ritorna alla Fenice. È l'occasione per ascoltare un Vivaldi diverso. Ecco Ottone in villa, opera del Prete Rosso con la quale il Teatro veneziano si presenta dopo i concerti, ora con l'opera, con il relativo battesimo della chiglia di nave come palcoscenico. Ottone in villa è la prima opera concepita da Vivaldi affidata alla direzione dell'Orchestra del Teatro La Fenice con il maestro Diego Fasolis.
LA STORIA
Ottone in villa è un dramma per musica in tre atti, su libretto di Domenico Lalli che trae spunto da Messalina di Francesco Maria Piccioli. Esordì a Vicenza nel 1713, anno particolarmente importante nella biografia del Prete Rosso, in quanto divenne maestro di coro all'Ospedale della Pietà di Venezia. Per il ticinese Fasolis, città e compositore scelto per la riapertura post-lockdown della Fenice, sono motivi di orgoglio: «Il coraggio della Fenice di riaprire appena possibile con un'opera in scena e farlo con Vivaldi - spiega - mi riempie di gioia; oltretutto offriamo la versione integrale di un capolavoro che sgorga direttamente dai successi strumentali del Prete Rosso, alcune arie saranno riprese in altre opere e alcuni noti brani strumentali sono affidati alle voci».
L'ESORDIO
Anche per Fasolis si tratta di una prima volta, il suo debutto nell'Ottone: «E sono entusiasta di aver trovato tanta sapienza e freschezza», commenta. Solo cinque cantanti senza coro, e un ridotto organico orchestrale si configurano perfetti per gli spazi concessi. Leggera la trama, amoreggiamenti, equivoci ed innocui inganni che ruotano attorno a Cleonilla e all'imperatore Ottone, figura assai poco imperiale. Vista l'emergenza in corso, necessari alcuni accorgimenti di regia: «Dobbiamo partire dal fatto che la distanza cui siamo necessariamente obbligati - spiega il regista Giovanni Di Cicco - allontana ciascuno dalla relazione con il resto del mondo; mi sembra qualcosa di poco umano che rende la storia raccontata da Ottone in villa una sorta di cinguettio o, per meglio dire, una richiesta d'ascolto». Concetto che può essere ampliato: «La non-relazione - prosegue Di Cicco - è uno dei riferimenti sui quali ora come ora bisogna lavorare, attraverso la regia, gli interpreti, i musicisti; questo spazio anomalo crea delle solitudini, e a ben guardare c'è un nesso con l'opera di Vivaldi e Lalli, perché anche al suo interno sono descritte delle solitudini». Il cast vede Giulia Semenzato, peraltro veneziana e al decimo anniversario della sua collaborazione con la Fenice, nei panni di Cleonilla, Sonia Prina in quelli di Ottone, Lucia Cirillo è Caio Silio, Valentino Buzza e Michela Antenucci rispettivamente Decio e Tullia. Le scene sono firmate da Massimo Checchetto, i costumi da Carlos Tieppo; affidato a Fabio Barettin il light design. Sempre alle 19 le repliche, la prima domani domenica 12, poi martedì 14 e mercoledì 15 luglio.
Riccardo Petito
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino