Ottomila provvedimenti disciplinari e 280 licenziamenti solamente nel 2015

Ottomila provvedimenti disciplinari e 280 licenziamenti solamente nel 2015
ROMA - Licenziare, nel pubblico impiego, non è mai stata un'operazione semplice. Ma, evidentemente, l'annuncio della stretta operata adesso dal governo si era già fatta sentire...

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ROMA - Licenziare, nel pubblico impiego, non è mai stata un'operazione semplice. Ma, evidentemente, l'annuncio della stretta operata adesso dal governo si era già fatta sentire perché due anni fa i licenziamenti scattati nei confronti di dipendenti pubblici sono stati 280 con un deciso aumento (+23,3%) rispetto all'anno precedente.

A tenere il conto è l'Ispettorato del ministero della Pubblica amministrazione, il quale ha messo in evidenza che il 39% delle rimozioni deriva dalle assenze ingiustificate: 108. Oltre alle assenze non mancano i licenziamenti connessi ai reati (94) e al mancato rispetto dei propri compiti o alla cattiva condotta (57). Chiudono la lista i casi dovuti al doppio lavoro (20) e all'irreperibilità alla visita fiscale (1). La parte da leone spetta sicuramente agli assenteisti, che da soli coprono il 39% delle espulsioni.
Nel dettaglio, nel pubblico sono state contate 32,5 milioni di giornate di assenza a fronte di 3 milioni di dipendenti (quasi 11 in media a testa) con una crescita del 3,3% sull'anno. Nel settore privato i giorni persi sono stati invece 78,4 milioni su circa 12 milioni di lavoratori (poco più di 6 in media a testa) con una crescita dell'1,56%. La frequenza massima di assenze si registra proprio a fine week-end, il lunedì, con il 27,6% del totale.
Inoltre nella Pa nel 2015 è stato rilevato un forte aumento, rispetto all'anno precedente, per la classe di assenze che va dai 6 ai 10 giorni (+11,3%), mentre sono diminuiti gli eventi di malattia di una sola giornata (-2,7%). In parole povere non solo ci si ammala di più ma quando accade si resta a casa per un tempo sempre più lungo. Più comprensibile, invece, la distribuzione delle assenze per fascia di età. Tra gli statali, la classe più colpita è quella tra i 55 e 59 anni (21,1%). Quanto alla stagionalità, l'Inps rileva, fisiologicamente, una marcata incidenza di assenze nel primo trimestre dell'anno, ovvero nei mesi invernali (il 38%) e un minimo nel terzo trimestre, d'estate (il 14%).

Michele Di Branco
© riproduzione riservata
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Il Gazzettino