Ottavio Pes, l'ultimo reduce di Nikolajewka compie novantanove anni in attesa dell'Adunata

Ottavio Pes, l'ultimo reduce di Nikolajewka compie novantanove anni in attesa dell'Adunata
FONTANAFREDDA«Sembra di essere in trincea, anche se comunque in trincea era molto, ma molto peggio». Così Ottavio Pes, Alpino della Divisione Julia, 8 Reggimento, Battaglione...

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«Sembra di essere in trincea, anche se comunque in trincea era molto, ma molto peggio». Così Ottavio Pes, Alpino della Divisione Julia, 8 Reggimento, Battaglione Tolmezzo che ieri ha compiuto 99 anni, festeggiati a casa con la figlia Antonia che gli ha preparato una torta su cui svettavano due candeline con il numero nove. Tanti gli auguri arrivati dai familiari e dalla grande famiglia degli alpini.

FESTA RINVIATA
«Sabato spiega il capogruppo degli alpini di Vigonovo, Aurelio Cimolai avremmo dovuto trovarci per la tradizionale cena e per i festeggiamenti del suo compleanno. Gli eventi e le restrizioni di questi giorni impongono di rimandare il tutto a tempi migliori. La festa è però solo rimandata». Già, come rimandata è anche la tanto attesa Adunata degli Alpini di Rimini e San Marino che si terrà ad ottobre. «Ci tengo molto ad essere presente. Rimini mi porta indietro nel tempo spiega Ottavio al telefono perché lì passai alcuni mesi dopo il rientro dalla Russia. Al rientro venni mandato infatti all'Ospedale militare di quella città e sarei curioso di vedere dopo tanti anni se quell'ospedale esiste ancora».
I RICORDI
Primo di dieci figli, di cui però solo otto vivi, Ottavio ricorda gli anni che hanno preceduto l'entrata nella seconda Guerra Mondiale segnati dalla miseria. La mamma Vittoria Burigana, che tra un figlio e l'altro andava a fare la balia in Egitto, era rimasta vedova a soli 44 anni. Il papà Nicolò si era spento a 62 anni. Ottavio sentiva la responsabilità di quella situazione, così quando era stato arruolato mandava sempre a casa l'intera paga. «Risparmiavo per aiutare a mantenere i fratellini più piccoli». Poi dopo la guerra le sorti migliorarono. Aveva appreso a fare il falegname e questa fu la sua attività. «Le cose andarono bene. Avevamo il laboratorio a casa dove oggi c'è il nuovo municipio e contavamo oltre venti dipendenti. Producevamo manici per cazzuole e via via sino ai mobili». Sposato con Luigia Beduz, scomparsa due anni fa, ebbe tre figli, Nicola, Antonia e Valeria, e sei nipoti bellissimi. Tra un mese diventerà bisnonno. In questi giorni di #iorestoacasa legge molto, anche se gli manca il rituale ritrovo con gli amici al bar Matilda e il suo bianchetto. Tra i libri predilige quelli di storia, in particolare sulla Guerra in Russia. Ottavio è infatti l'ultimo dei reduci di Russia del Comune. Pian piano, dall'adunata di Pordenone, sono scomparsi quelli che erano stati come lui protagonisti della tragica campagna.
NANI E LA RUSSIA
Il ricordo va in particolare a Nani Giovanni Cimolai che ritrovò in Russia. «Anzi, come ricordo spesso, è solo grazie a lui che ho potuto tornare e oggi sono qui. Nani mi portò anche di peso per alcuni tratti. Quando non ce la facevo più arrivò anche a minacciarmi con la pistola se mi fossi fermato. Bastavano dieci minuti fermi per rimanere congelati. Dovetti camminare in punta di piedi perché il resto era già congelato».
L'ULTIMO REDUCE

In precedenza aveva combattuto in Grecia e in Jugoslavia. Poi la campagna di Russia, Nikolajewka, la battaglia sul Don e la grande ritirata. Divenne poi Guardia partigiana nelle zone di Cividale Dovevamo fermare le truppe titine che cercavano di avanzare. Erano giovani, ma soprattutto armati molto meglio di noi che non avevamo nulla.
Riccardo Saccon
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Il Gazzettino